venerdì 21 dicembre 2007

Partenza

Impegnata dai mille preparativi, dalle chilate di cioccolato da comprare ecc ecc, sono giunta al giorno della partenza senza un post decente da scrivere. In realtà l'altro giorno ho preparato il soborodon e ho anche fatto le foto, ma non le ho ancora scaricate sul pc e la macchina fotografica è già finita nella borsa. Pazienza. Sarà per l'anno prossimo.
Partiamo oggi pomeriggio e faremo una settimana di viaggio prima di arrivare a Kumamoto e passare il Capodanno con la famiglia di Shinji. A breve, foto e racconti.
Buon Natale!
Buon anno!
Buon tutto!

lunedì 10 dicembre 2007

Capesante saltate con lattuga ☆ 帆立とレタスのソース炒め


In Giappone mangiavo sempre il sashimi di capesante. Mi piaceva (e mi piace tuttora un sacco) perché a differenza dei comuni molluschi (tse), la capasanta ha un corpo vero, fatto di carne (nel senso di carne di pesce), e non solo la parte viscidina e molliccia che comunque apprezzo molto nelle cozze (ma che onestamente non mi fa impazzire cruda). Detto questo, molto spesso in quel di Tokyo passavo dal supermercato dopo le 8, quando vendevano il sashimi a metà prezzo (perché il giorno dopo non avrebbero più potuto venderlo, quindi cercavano di farlo fuori a tutti i costi), e cercavo in lungo e in largo se era rimasta qualche capasanta. E che gioia quando le trovavo!

Non so bene perché, ma da quando siamo tornati non le ho mai comprate. E dire che mi sono sempre piaciute... Ma qualche tempo fa ne ho comprate un po' e dopo averne mangiate un po' a sashimi, ho messo quelle che avanzavano in freezer. La prossima volta devo ricordarmi di pulirle prima, perché con conchiglia e tutto prendono un sacco di spazio, comunque ridendo e scherzando ieri sera ce le siamo pappate con godimento non da poco. Il titolo in italiano rende poco perché detto così è un po' semplicistico, ma non volevo esagerare. Allora, trattasi di capesante prima fatte un po' macerare in salsa di soia e sake, infecolate (cioè infarinate nella fecola di patate), saltate con l'aglio, poi si tolgono e si salta porro, tobanjan (che è una salsa cinese a base di soia, credo) e olio di sesamo, poi si rimettono le capesante, si aggiunge la lattuga e udite udite!!! la salsa d'ostriche (product of Thailand). Chi l'avrebbe mai detto eh? Eppure.

Le capesante restano morbidissime, una vera delizia per il palato!! Ci voleva proprio.

venerdì 7 dicembre 2007

Ipse dixit

I gatti sono destinati a insegnarci che non tutto in natura ha uno scopo.

Garrison Keillor

venerdì 30 novembre 2007

La trattoria Ala

La trattoria Ala si trova in Via Santa Giulia e ha una lunga storia. Sul muro in fondo, tra il piccolo bancone e la cucina, c'è una foto in bianco e nero, anzi un po' seppia, di una signora che sembra un'attrice. In realtà è la signora Ala, la fondatrice. Ma perché un nome così particolare? Pare che suo padre durante la guerra (la prima) fosse prigioniero ad Ala di Stura. Disperando forse di riuscire a cavarsela, pregò: ti prego, Signore, ti giuro che se mi fai tornare a casa chiamerò la mia prima figlia Ala. Tornò a casa sano e salvo, e alla prima figlia, che gli nacque nel 1924, per onorare il fioretto diede proprio il nome di Ala.
Famosissima da più di trent'anni tra i "veri torinesi", continua inspiegabilmente a mantenere bassi i prezzi, nonostante la più che buona qualità dei piatti. E' sempre piena, si trova posto solo prenotando o andando molto presto, e vale davvero la pena. Quello che più mi piace è come sia riuscita a tenersi fuori dalla corsa al fashion che ha investito, purtroppo, i ristoranti di Torino qualche anno fa. L'Ala ha invece conservato il suo understatement.

giovedì 29 novembre 2007

Basashi e chawanmushi ☆ 馬刺しと茶碗蒸し

Ieri sera le pile della macchina foto erano di nuovo scariche (ma lo fanno apposta?) quindi, anche oggi dovrete "accontentarvi" di foto prese da internet.


Come tutti sanno, i giapponesi mangiano il pesce crudo. Qualcuno sa anche che di solito non mangiano la carne cruda. Quasi nessuno sa invece che se è di cavallo, la mangiano di gusto. Quindi ecco a voi il basashi, ovvero il sashimi di cavallo, specialità dell'esotica Kumamoto, che diede i natali alla mia dolce metà. Ieri sera abbiamo provato a ricreare la magia nell'austera Torino, e devo dire che è stato abbastanza soddisfacente. Unico problema, che si riscontra sempre e comunque quando si tratta di carne italiana usata per scopi giapponesi: è troppo magra, quindi un po' duretta. La carne giapponese è grassa, ma il grasso è posizionato strategicamente in modo che invece di fare schifo e essere duro, rende la carne estremamente morbida e gustosa. Purtroppo gli italiani non apprezzano il grasso, a parte i macellai, che ogni volta che compro un pezzo di carne e chiedo se posso averlo un po' più grasso mi guardano con un'espressione tipo "sono queste le soddisfazioni della vita". Cmq grasso è buono, provare per credere!!

Altra cosa che ho preparato ieri sera è chawanmushi. Ora, confesso che la prima volta che lo mangiai, e anche la seconda e la terza a occhio, non mi piacque un gran che, anzi. Anche adesso non lo adoro, ma volevo provare a farlo. Si tratta di una sorta di budino con funghi, gamberi e alghe. La prima volta che sentii il nome chawanmushi pensai che volesse dire insetto (mushi) nella tazza (chawan), e capirete che ero parecchio disgustata. Ma poi fortunatamente capii che vuol dire tazza (chawan) a bagnomaria (mushi). Maledetta omofonia. E' venuto molto buono, cioè, come dovrebbe essere, ma io continuo a sostenere che i budini dovrebbero essere di cioccolato o, al massimo, crème caramel.

lunedì 26 novembre 2007

Incontro

Volevo inserire un video ma in questo momento non ci riesco. Riproverò, nel frattempo vi lascio il link a Incontro

venerdì 23 novembre 2007

Il dizionario ideale

Ok, il titolo è fuorviante, perché vorrei sostanzialmente limitarmi al dizionario dei sinonimi e dei contrari. Avrei potuto mettere "Il thesaurus ideale", e sarebbe stato più giusto perché il termine indica tutta una serie di raccolte di termini varie, che sono un po' il mio sogno, ma poi sembrava che me la tirassi.

Comunque.
Come molti potranno immaginare, nel mio lavoro i sinonimi sono fondamentali. E non ne viene mai in mente uno giusto. Ma per quello ci sono i "normali" dizionari dei sinonimi e dei contrari. Il fatto è che personalmente, i problemi maggiori li ho con cose che non si possono mettere in ordine alfabetico, mi spiego meglio. O ho il problema che io definisco "del vocabolario capovolto", cioè: come si chiama quella cosa che si trova sulle navi e ci si attaccano le vele? La risposta ovviamente è "albero", ma quando serve non viene mai in mente. E su un vocabolario non si può cercare una definizione. Oppure ho bisogno di sinonimi molto particolari, che sul mio dizionario dei sinonimi ovviamente non ci sono, che magari si riferiscono solo a una specifica sfera ecc ecc. E lì è un casino perché mi arrovello per ore, e non cavo mai un ragno dal buco.

Insomma, io vorrei un dizionario ragionato ragionato, interattivo, organizzato per schede tematiche, e molto ma molto dettagliato, che spieghi per ogni accezione di una parola se è positiva o negativa, le sfumature e tutto.
Esiste?

venerdì 16 novembre 2007

Nankotsu ☆ 軟骨


Come molti di voi a questo punto avranno capito, in Giappone si mangiano un sacco di cose che alla maggior parte degli italiani farebbero schifo (o sgiai, come si suol dire). Però quando ci ritraiamo schifati spesso dimentichiamo che noi mangiamo ad esempio il formaggio con la muffa (sì, parlo del gorgonzola), che è un classico esempio di un cibo che all'idea fa sgiai ma se lo mangi ti innamori.
Detto questo (per par condicio), una delle tante cose schifose ma in realtà buone che mangiano i nostri amici di là dal mare è nankotsu, cioè... Cartilagini di pollo. Per essere più precisi, si tratta di quella cartilagine che c'è in mezzo al petto. Che qui in Italia si butta. Invece in Giappone si frigge. Devo dire che non ha tutto sto gusto (sapeva soprattutto dell'aglio che ci avevo grattugiato sopra), però ha una consistenza molto particolare, non gommosa come i più maligni avranno immaginato ma piuttosto croccante. Non riempiono molto, infatti in Giappone si mangiano soprattutto come aperitivo. Un altro modo di cucinarli (ma non mi ci sono ancora messa) è sotto forma di spiedini.

lunedì 12 novembre 2007

...

Sono solo io che trovo ironico il fatto che il capo della Polizia si chiami Manganelli?

giovedì 8 novembre 2007

La triste fine che fece il salmone

L'altro giorno Fusako e io siamo andate alla Metro.
Il nostro obiettivo principale era il pesce, poi ovviamente abbiamo comprato anche un sacco di altre cose, ma su questo preferirei sorvolare.
Il problema è che alla Metro non ti vendono tipo un'orata, mezzo chilo di cozze e cose simili, devi prenderne in grande quantità. Avendo il freezer, non è un grosso problema, anzi in realtà facciamo così sempre ma... Il fatto è che non vendono neanche i tranci di salmone. Vendono i salmoni interi.


Abbiamo guardato per una mezz'oretta quelle chilate di salmoni che c'erano, poi abbiamo preso il coraggio a due mani e... Ne abbiamo comprato uno intero. Arrivate a casa, abbiamo squartato il salmone sul mio tavolo della cucina... E' stata diciamo un'avventura... dopo i primi attimi di panico, ci abbiamo preso un po' la mano ed è stato più facile. Il risultato è quello qui sotto. Salmone per mesi e mesi.



Mentre lo tagliavamo, con gli attrezzi più disparati che non rivelerò neanche sotto tortura, dicevamo tra noi: beh, diciamo che se ci vedesse uno chef, un pescivendolo o anche solo un pescatore, ci salterebbe al collo per la misera fine che stiamo facendo fare a questo incolpevole salmone. Son sicura che non è così che si sfiletta il pesce, ma se mi tieni su quella pinna la trancio via che mi sta proprio in mezzo alle balle. Tienilo fermo, sta cercando di scappare!

Comunque, la sera stessa ne abbiamo mangiato un po' a sashimi, ed era una bontà. Oltre al salmone, abbiamo comprato del tonno, anche quello finito in parte a sashimi (delizioso) e capesante (giuro che anche loro, sempre a sashimi, si scioglievano in bocca!). E intanto ho il freezer pieno di pesce.


martedì 6 novembre 2007

Tororo soba ☆ とろろそば


Comincia il freddo, cominciano le paste in brodo.
Questa è una soba, c'est a dire spaghetti di grano saraceno, in brodo di pesce con porri e... Nagaimo grattugiata. Nagaimo è un tipo di patata (il nome significa "patata lunga") ed è molto molto acuosa e appiccicaticcia. Si grattugia e poi si mette lì nel brodo, insieme (stavo per dimenticarlo) a un uovo crudo. Poi mangiando si mischia il tutto, ma è bello a vedersi così, no?

Altri usi di nagaimo: grattugiata nell'okonomiyaki, infarinata e fritta, a julienne con alghe nori e salsa si soia, e grattugiata come complemento a tutta una serie di piatti. Come si può immaginare, non ha un gusto particolarmente marcato, anzi. Però è una sensazione stranissima, un po' viscida... Ok, mi rendo conto che detto così non invoglia per niente. Scusate.

Lo spettacolo è finito e i suonatori se ne vanno

Oh, no... E' morto Enzo Biagi...

...

Posto questa intervista di poco tempo fa, perché mi sembra esemplificativa di alcune cose che penso anche io, che pensano in tanti, che forse dovremmo pensare tutti...?



Non si può raccontare nessuna storia se non si ha un punto di vista.
L'Italia è un paese di destra o di sinistra? Dipende dai giorni.
Dov'è la differenza tra destra e sinistra? Si pensa che la sinistra sia un'idea per cui ci si batte per portare avanti quelli che la vita ha fatto nascere indietro.

lunedì 5 novembre 2007

Sanma

Dopo parecchie vicissitudini computeristiche che non sto neanche ad elencare, rieccomi con un post culinario.
La sanma è un pesce "povero", molto diffuso in Giappone soprattutto in questa stagione, e in Italia non l'ho mai trovata (questa era surgelata, in arrivo dal paese del Sol Levante). Mi dicono che il nome scientifico è Cololabis Saira, e se ho capito bene dev'essere un tipo di sauro. Il dizionario, giusto per confondermi ancora un po' le idee, recita: costardella. D'altra parte, sono anni che dico che questo dizionario ha le idee confuse. Alla voce "tai" dice: pagro, orata, dentice, pagello. Sì ma quale??? Comunque, ci sarà un motivo per cui i traduttori del tempo che fu decisero di chiamare il film di Ozu Sanma no aji Il gusto del sake e non Il gusto della costardella.

Comunque la morte sua è semplicemente cuocerla in forno (o più propriamente sul gas) su una retina metallica e poi servirla con del daikon (rapa giapponese) grattugiato e salsa di soia. E' un pesce piuttosto grasso, quindi rimane molto morbido. Peccato che sia così piccolo!!

Per concludere la cenetta ho fatto anche tonjiru, cioè la zuppa di miso con il maiale e le patate dolci. So che a molti italiani l'accostamento carne-pesce non sconfinfererà più di tanto, ma in Giappone è una cosa normale. Anche io all'inizio me ne ero stupita.

E insomma buon appetito!

giovedì 1 novembre 2007

Ancora su James Blunt...

...per dire che il suo album Back to Bedlam ha come quasi tutti gli album una parte di "special thanks". Alla fine della serie di nomi che compaiono, soprattutto discografici, manager, staff vario ecc, c'è and my imaginary friend Charles - wherever he may be.
Ma quanto è carino?!

Già che ci sono, ecco il link alla sua pagina ufficiale su You Tube.

venerdì 26 ottobre 2007

塩鮭定食 ☆ menu salmone arrosto


Come ci insegna il comune buon senso, una brava mogliettina deve inventarsi sempre nuove idee per far mangiare le verdure al suo uomo. Io devo dire che mi ritengo parecchio fortunata, perché Shinji mangia quasi tutto, ma su alcune cose si può ancora lavorare. Perciò se è vero che mangia cavoli, spinaci, carote (ma non sempre), ad esempio non mangia i piselli! E non c'è verso... Invece i fagiolini gli piacciono abbastanza, quindi questa introduzione non c'entra nulla con l'argomento del giorno che è appunto il "menu salmone arrosto". Il piatto forte del menu è ovviamente il salmone arrostito con il sale. Bbbbono. Poi i soliti riso e zuppa di miso (che nella foto non c'è... perché?!) e una verdurina. E qui parte il mio secondo tentativo (riuscito) dal libro di Fusako cioè i fagiolini al miso. Dal nome della ricetta non si capisce che c'è anche la carne! Capito il trucco per far mangiare le verdure ai maschietti? Metteteci la carne! Comunque, trattasi di fagiolini spadellati con carne macinata, miso e i soliti condimenti tipo salsa di soia e sake (o mirin? non ricordo). Insomma, un modo nuovo per cucinare i fagiolini che mi piacciono un sacco ma finisco sempre per mangiare in insalata!

A proposito poi del titolo, quello che in italiano viene "menu", in giapponese è il famoso "teishoku", appunto menu o set, nel senso che oltre al piatto che dà il titolo al menu comprende altre cosine. E' una cosa molto caratteristica dei ristoranti giapponesi un po' rustici, tipo trattorie, per intenderci, ed è anche una delle cose che più ci manca. Fine della parentesi.

mercoledì 24 ottobre 2007

Ipse dixit

L'erosione degli acidi è un fenomeno in aumento.

La pubblicità di un dentifricio

lunedì 22 ottobre 2007

きじ焼き丼☆kijiyaki don


Qualche giorno fa, Fusako mi ha prestato un libro di cucina, e io l'ho fatto vedere a Shinji dicendogli di segnare le ricette che gli interessavano così le avrei fotocopiate. Dopo averlo sfogliato un attimo, abbiamo deciso di fotocopiarlo tutto.

Questa è la prima ricetta realizzata dalla premiata ditta Alice &c., ovvero il kijiyaki don. E' un donburi, cioè un piatto servito sopra a una ciotola di riso, come suggerisce il "don" del nome. E 'ncoppa al riso ci sono delle alghe nori sbriciolate, e una coscia di pollo cotta in padella con salsa di soia, mirin e zucchero, tutto qua. E per finire, la ricetta voleva dei peperoncini verdi ma io non li avevo e ho ripiegato su dei buoni e fidati porri. Salsa on top.
Finita la preparazione, comiche per fare la foto. Ovviamente, la macchina foto ha le pile scariche. No panic, le carico un minuto e poi le rimetto, in fondo basteranno per una foto no? No, non bastano. Shinji mangiava beato e diceva mmmh che buono, che prelibatezza, e la mia pancia faceva dei rumori davvero indegni della signora che sono, ma io stoicamente ho aspettato altri cinque minuti per condividere questo splendido (modestamente parlando, s'intende) piatto con chi avrà voglia di leggermi.
Nel frattempo mi sono scofanata un quintale di insalata condita con una salsina preparata da me medesima di cui parlerò magari domani...

lunedì 15 ottobre 2007

James Blunt e la sindrome censoria

Sabato ho finalmente acquistato Back to Bedlam, l'album di debutto di James Blunt. Ho letto che in alcune nazioni (non in Italia fortunatamente), gli è stato imposto di mettere sulla copertina l' "explicit lyrics warning", e così mi sono chiesta, trattandosi di un cantautore biondiccio e innocuo come lui, quali scandalosi turpiloqui avesse mai potuto inserire per scandalizzare i discografici.
Ebbene, ad un superficiale ascolto ho trovato tre scandalose parolacce.

La prima, abbastanza celebre e censurata nel video, è la seguente frase di You're Beautiful:

She could see from my face that I was fucking high

Ok, va bene, c'è la parolaccia aggravata dall'allusione sessuale, ma la censura l'ha fatta diventare:

She could see from my face that I was flying high.

????????????
In che senso?? Cioè, nel senso del dolce stil novo? Tipo: Guido io vorrei che tu e Lapo e James Blunt e io, vedendo una gentil donzella in metropolitana potessimo volar alto nella volta di stelle?
Non so, a parte il fatto che io l'immagine di lui in metro che vede una e diventa fucking high la trovo, trattandosi di James Blunt, parecchio conturbante, ma mi sembra davvero assurdo...

Seconda parolaccia avvistata, in Wisemen:

When they came down from Heaven, smoked nine till seven, all the shit that they could find.

Che nel video è diventato, con un'operazione ormai classica:

...all the stuff that they could find.

Il che, per carità, è una parolaccia e non si discute però con la censura si perde il giudizio negativo che la parola indica. Non so se mi spiego.

La terza parolaccia, è un "whore" in Out of my mind, che però onestamente non so neanche se si può considerare una parolaccia... Boh.

Tutto ciò (più magari qualche altra che non ho capito), gli è costato un explicit lyrics warning. Ma si può? Poi noi ci lamentiamo che il Moige non vuole che passino Eyes Wide Shut in prima serata, ma almeno lì c'è un'orgia.

domenica 14 ottobre 2007

Ipse dixit

Si tromba poco, e si beve un po' di più.

Tonino Carotone, a Le invasioni barbariche

martedì 9 ottobre 2007

Le primarie del partito democratico

Finalmente (?) un post serio.

(Parentesi. Mentre scrivo la frase "finalmente un post serio" e decido di metterci un punto interrogativo tra parentesi, non mi accorgo che la tastiera è settata sul giapponese e al posto del punto interrogativo mi viene una faccina buffissima. Alla faccia del post serio. Chiusa parentesi.)

Domenica ci saranno le primarie del partito democratico. Che io, onestamente, non penso che voterò. Però voterò per le primarie. Perché? Perché, nonostante il risultato sia scontato, mi fa troppa rabbia che sia già tutto deciso, e ci voglio almeno provare. Detto questo, ho pensato bene di elencare i siti dei candidati, perché vale davvero la pena darci un'occhiata (soprattutto a quelli degli "sconosciuti", ma non solo, perché alla fine chi non vuole sapere ESATTAMENTE cosa intende fare Veltroni? No perché io non l'ho mica capito bene...). Poi il giudizio spetta a voi, e alla vostra voglia di andare a votare.

Mario Adinolfi
Rosy Bindi
Piergiorgio Gawronski
Enrico Letta
Walter Veltroni

Invece, per scoprire il seggio al quale andare a votare, fate una ricerca qui.

E con questo ho detto tutto. Si potrebbero fare delle considerazioni sui due siti che non hanno come indirizzo il nome del candidato, soprattutto su quello di Veltroni (la nuova stagione punto it... Ma per favore...), ma non sarebbe carino. Ops.

domenica 7 ottobre 2007

SHOCK

Visto che è domenica, ho pensato di fare un bilancio delle cose che mi hanno colpita questa settimana (non sono tante, fortunatamente).
Dunque, innanzitutto mi ha provato sentire la voce di Bertinotti alla TV, girarmi e scoprire che era Uto Ughi (che per altro stimo molto, non pensate male). In effetti mi sembrava un po' strano che Bertinotti organizzasse un festival di musica classica a Roma, ma non si può mai sapere.
Poi ieri mi ha piacevolmente colpita il fatto che:
siamo andati a Porta Palazzo come nostro solito. Siamo entrati anche nel famoso negozio della zucca cinese, e sulla zucca cinese c'era un cartellino. Con su scritto: 冬瓜 (zucca cinese). Probabilmente tutto ciò è successo per colpa/merito di Shinji.
Mi ha stupita e anche un po' sfasata la notizia che il comune di Torino guadagna più con le multe che con l'IRPEF. Evasori impenitenti o coglioni e basta?
Ma lo shock più shock di tutta la settimana, ma che dico, mese, anno, è la seguente scoperta: Beck fa parte di Scientology. AAAAARGH!!!! Come sua moglie. Moglie?!?!? AAAAAARGH!
Credo di aver perso parecchi anni di vita...

lunedì 1 ottobre 2007

Chicken Nanban ☆ チキン南蛮


Finalmente dopo tanto tempo un altro post culinario!!! C'è solo un problema: quando l'abbiamo mangiato, ho dimenticato di fare la foto, quindi questa l'ho presa da internet. Perdono perdono. Cmq il risultato era praticamente così solo che siccome noi cerchiamo sempre, per quanto è possibile, di esagerare, nel nostro non c'erano pomodori e cavoli (tse') bensì cipolle e peperoni!!

Dunque, si tratta di un piatto tipico di Nagasaki. Come molti già sanno, Nagasaki è stata per secoli la porta all'occidente, perché gli stranieri che entravano in Giappone durante il periodo di chiusura (diciamo tra la metà del '500 e la fine dell'800) entravano appunto da Nagasaki, o più precisamente da un'isoletta lì di fronte. Gli stranieri in quel periodo erano sopratto portoghesi (gesuiti) e olandesi (mercanti). Ebbene "nanban" per inciso vuol dire "barbari del sud" ed è il nome con cui i cinesi chiamavano, non vorrei dire una cavolata ma mi sembra addirittura a partire dal terzo secolo avanti Cristo, le tribù ribelli del sud, che poi vennero a varie riprese inglobate nell'Impero. Comunque. Questo nome fu adottato anche in Giappone per indicare tutto quello che aveva a che fare con i "barbari", cioè noi europei!

A parte queste derive storiche, evidentemente il piatto deriva da qualche olandese o portoghese, ma poi negli anni è stato modificato pian pianino ed ora direi che è decisamente giapponese.
Si tratta di una cotoletta di pollo fritta, e poi marinata in un aceto dolce. Il tutto accompagnato da salsa tartara. Buonissimo!!!

domenica 30 settembre 2007

Tenera è la notte

...di Francis Scott Fitzgerald finito stamattina. Mi rimangio tutto quello che ho detto (che ho comunque già dimenticato). L'inizio, o meglio il passaggio tra il libro primo e il libro secondo è davvero spiazzante, e leggendo, come faccio sempre, l'introduzione una volta terminato il romanzo, ho saputo che anche l'autore lo pensava, e le varie versioni e rimaneggiamenti ruotano proprio intorno a questo. Però con il senno di poi sono contenta che il primo libro sia lì a spiazzare, perché, senza adesso voler raccontare tutta la vicenda, ti dà una visione della coppia che poi diventerà la protagonista, diciamo dal di fuori, come la vedono gli altri. Per poi capire che dal di dentro è del tutto diversa. Cmq quello che ho apprezzato di più è stato proprio quello che avevo amato in Il grande Gatsby, e cioè questa capacità di affrescare dei periodi interi... In questo caso, la Costa Azzurra negli anni '20. Bello bellissimo.
Ovviamente però il titolo non poteva non farmi ricordare, o meglio cercare di ricordare, la strofa esatta della poesia di Keats, che poco fa sono andata a ripescare in un vecchio libro pieno di appunti, e qui riporto (è la quarta strofa dell'Ode to a nightingale):

Away! away! for I will fly to thee,
Not charioted by Bacchus and his pards,
But on the viewless wings of Poesy,
Though the dull brain perplexes and retards:
Already with thee! tender is the night,
And haply the Queen-Moon is on her throne,
Clustered around by all her starry Fays;
But here there is no light,
Save what from heaven is with the breezes blown
Through verdurous glooms and winding mossy ways.

Azzardo anche una traduzione, libera e concepita sul momento...

Via! via! perché io volerò a te,
Non sul cocchio di Bacco e i suoi leopardi,
Ma sulle invisibili ali della Poesia,
Nonostante l'ottuso cervello indugi sconcertato:
Già con te! tenera è la notte,
E forse la Regina Luna è sul suo trono,
Circondata da tutte le stelle, sue fate;
Ma non c'è luce qui,
Salvo quella che dal cielo è soffiata con la brezza
Per verdeggianti tenebre e sinuose vie di muschi.

Però chissà perché quando penso a tenera è la notte la prima poesia che mi viene in mente è un'altra. E cioè, La sera del dì di festa, di Leopardi, che comincia così:

Dolce e chiara è la notte e senza vento,
E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
Posa la luna, e di lontan rivela
Serena ogni montagna. O donna mia,
Già tace ogni sentiero, e pei balconi
Rara traluce la notturna lampa:
Tu dormi, che t'accolse agevol sonno
Nelle tue chete stanze; e non ti morde
Cura nessuna; e già non sai né pensi
Quanta piaga m'apristi in mezzo al petto.

Misteri dell'evocazione...

giovedì 27 settembre 2007

Tentativi di avvicinamento...

...alla narrativa americana. Non so perché ma mi ha sempre attirata e respinta allo stesso tempo. Credo che il primo approccio consapevole e volontario (cioè al di là delle cose, soprattutto racconti, lette per l'università) sia avvenuto a Tokyo, quando Giacomo mi prestò Il grande Gatsby. Fui folgorata già dalle prime righe. Adesso non ce l'ho in italiano, quindi le riporterò in inglese:

In my younger and more vulnerable years my father gave me some advice that I've been turning over in my mind ever since.
"Whenever you feel like criticizing anyone," he told me, "just remember that all the people in this world haven't had the advantages that you've had."

La scelta dell'aggettivo "vulnerabili" secondo me è geniale. Il grande Gatsby mi prese così tanto, mi appassionò a tal punto che decisi che forse era il caso di accostarsi alla narrativa americana, ma devo dire che ho trovato poche soddisfazioni in questo senso. Forse due estati fa comprai due libri di Hemingway: Addio alle armi e Di là dal fiume e tra gli alberi. Il primo lo trovai splendido, molto cinematografico anche se davvero troppo, troppo triste. Il secondo noiosissimo. Insomma, secondo tentativo riuscito solo a metà. Un mesetto fa mi decido a riprovarci e prendo: Chiedi alla polvere di John Fante (di cui avevo letto dei raccondi nell'antologia Americana curata da Vittorini e che mi era stato caldamente consigliato ancora da Giacomo) e Tenera è la notte di Francis Scott Fitzgerald, confidando che fosse splendidissimo come Il grande Gatsby. Ecco, il primo carino tiepidino a tratti divertente. Belle descrizioni ma poco appassionante se non a sprazzi (o spruzzi). Il secondo, che non ho ancora finito, con mia grande inquietudine non mi prende per niente!!! Aiuto!!! Molto autobiografico, mi pare, e triste, ma manca completamente della capacità pittorica de Il grande Gatsby...
Speriamo che nell'ultima parte si ripigli un po'.
Qualcuno ha consigli da darmi? Aiutatemi a rivalutare la narrativa americana!!!

mercoledì 26 settembre 2007

Di ritorno da Procida

Eccomi di ritorno dalla bella Procida. Per quattro giorni ho fatto da interprete al regista Wakamatsu Koji che partecipava alla manifestazione "Il vento del cinema", durante la quale erano in programmazione quattro dei suoi vecchi film. Questa prima foto è il panorama dal nostro albergo. Figo eh?
Purtroppo, visti gli impegni non ho avuto molto tempo per girare l'isola... Ma quel poco che ho visto, cioè fondamentalmente la zona tra il cinema e l'albergo, che era alla Corricella, era davvero stupenda. Poco sopra il nostro albergo c'è Terra Murata, già carcere citato anche nell'Isola di Arturo, come pure tanti altri luoghi.


L'ex carcere in realtà è un borgo a picco sul mare tutto cintato dalla parte del paese. All'ingresso, tutta una serie di croci forse suggeriscono che è meglio pentirsi.






Gli ultimi due giorni, finiti gli impegni ufficiali tranne un paio di interviste che abbiamo sbrigato al ritorno, abbiamo visitato Ischia (nella foto Wakamatsu e io siamo sul terrapieno che porta al castello aragonese) e addirittura Ercolano!



Cose divertenti di Procida: l'assurda densità di popolazione, le macchine a ogni angolo che addirittura hanno reso necessaria l'adozione delle targhe alterne!! Le colonie di gatti, padroni incontrastati della notte. I MICROTAXI, che vedete nella foto, che scorribandano per le strettissime vie dell'isola facendo rasette a muri e motorini parcheggiati e causando immagino attacchi di cuore a gogò. Le campane (queste in realtà non tanto divertenti) che suonano lungamente e insistentemente nonostante gli improperi.



E ovviamente non potevo non dedicare qualche riga al cibo. A Procida grandi scorpacciate di pesce, pasta con le vongole, cozze, insalata di polipo, alici marinate e chi più ne ha più ne metta. A Ischia zuppa di pesce che Wakamatsu ha dimostrato di gradire oltremodo e varie altre leccornie. Leggerissima delusione sui dolci. Ma!!!! L'ultimo giorno di ritorno da Ercolano ci siamo fermati a Napoli e abbiamo mangiato una pizza indimenticabile!!!!!! Premetto che credevo che la pizza napoletana fosse tutta diversa, ma era davvero buonissima!! C'era addirittura un apprendista giapponese. Era sottilissima, la infornavano per appena un minuto/un minuto e mezzo. Mozzarella e pomodoro erano davvero esageratamente buoni, e anche il basilico... Tutto insomma. Il tutto per 3,50 euro. 'Na meraviglia!

Ho fatto un sacco di foto ma non vorrei appesantire la lettura. Magari ne metterò qualcuna in altri post nei quali, se avrò voglia, potrei parlare anche un po' del festival e di Wakamatsu... Vedremo.


giovedì 20 settembre 2007

Concerti

Spinta da Nodame e da Letizia (che non ha un link perché non è né un manga né un drama), quest'anno mi sono avventurata a Settembre Musica e sono andata a sentire ben tre dico tre concerti di musica classica. In realtà volevo sentire molto di più, ma un po' la pigrizia, un po' il lavoro, un po' che quelli che vogliono venire con me si contano sulle dita di una mano e non sono ancora pronta per andare da sola, insomma, sarà per l'anno prossimo.

Comunque, come se fosse niente, quest'anno ho sentito quanto segue.

Concerto numero uno:
Stravinsky:
Piano-Rag-Music
Cinque pezzi facili per pianoforte a quattro mani
Concerto per due pianoforti
Serenata in la
Tango
Souvenir d'une marche boche
Frammenti da La sacre du printemps

Concerto numero due (clavicembalo, alla Mole):
Forqueray:
La Buisson, ciaccona
Bach:
Preludio e fuga in sol maggiore BWV 811
Variazioni Goldberg BWV 988, 1-15

Concerto numero tre:
Mozart-Vlad:
Dies ihr des unermesslichen Weltalls Schopfer ehrt, Cantata K. 619
Vlad:
Invettive ed invocazioni sul Dies Irae, per baritono, coro e orchestra
Mozart:
Sinfonia in re maggiore K. 385 "Haffner"

E dopo questa breve ma intensa stagione concertistica, me ne vado a Procida e ci si rivede la settimana prossima!

domenica 16 settembre 2007

Vendemmia


Ieri siamo andati con Ornella e Claudio ad aiutare le zie/cugine di Claudio a vendemmiare, insieme a un sacco di altre persone, a Castagneto Po. Ok, avete ragione, nella foto non c'è nessuna vigna, anzi, se non sbaglio un campo di grano, ma giuro che alle mie spalle la vigna c'era. Questa foto serve giusto per dare un'idea generale del luogo, dell'atmosfera. Come in un film quando appena inizia una scena ti fanno vedere un'inquadratura, che so, della sede dell'FBI per farti capire che questa scena si svolge negli uffici dell'FBI. Ecco, questa scena invece si svolge a Castagneto Po, paese di vigne e campi di grano!



Ecco, qui la vigna si vede, peccato che non si vede il soggetto principale della foto, cioè una impavida squadra di vendemmiari (?) distrutti dalla fatica che fanno una pausa a pane e salame.
Poi si ricomincia, ovviamente, cosa credete.






Allora, ci sono una decina di filari di barbera, due di freisa e due e mezzo di erbaluce.
Il procedimento è questo. Si parte dal fondo. Si individua il grappolo, si taglia, si guarda, si tolgono gli acini brutti/ammuffiti/troppo secchi e si mette il tutto in un secchio. E così via.
Quando il secchio è pieno lo si va a svuotare in secchi più grandi all'inizio di ogni filare (come da foto). Quando anche questi sono pieni, il trattore li porta alla casa, dove faranno la fine che meritano.





La fine che meritano è questa. Schiacciati in questa infernale macchina schiaccia acini. In pratica, li spreme e divide le bucce e i pampini dal succo. Il succo poi va a finire in un cisternone che non ci stava nella foto e sta lì un po' e poi... Miracolosamente diventa vino!


Dopo la vendemmia siamo stati adeguatamente rimpinzati dalla zia di Claudio che, con le sue splendide aiutanti, ha cucinato un pranzetto davvero sopraffino!
Fine.

mercoledì 12 settembre 2007

Togan ☆ 冬瓜


L'altro giorno io e Shinji abbiamo fatto un'altra incredibile scoperta a Porta Palazzo.
Abbiamo trovato il Togan, che Shinji voleva mangiare da un po' di tempo.


La scena è stata questa.

Alice: Shinji, ma questo non è il togan?
Shinji: Potrebbe.
Alice (al commesso cinese): Scusi, cos'è questo?
Commesso: Aah, questa è zucca cinese, tu non la conosci.
Alice: Uhm, non è detto.
Commesso: Sì, è davvero zucca cinese.
Alice: No, non è detto che non la conosco...
Shinji: Come si scrive?
Commesso: Questa è zucca cinese.
Alice: Le ha chiesto come si scrive!
Commesso: Zucca cinese.

Per fortuna Shinji prende la situazione in mano, va al banco dove si trova un altro giovane commesso che sembra un attimino più sveglio (forse l'altro semplicemente non ce la voleva vendere). Scambio di kanji su scontrini con commenti vari, era proprio il togan.
Ne compriamo una quantità assurda per 2 euro.
L'abbiamo già cucinato due volte, la prima in una zuppa, la sera stessa, poi ieri sera stufato con salsa di soia, sake e zucchero. E' una specie di zucca-zucchino con un vago retrogusto di frutta (non per niente in inglese si chiama "winter melon"), e una consistenza stranissima...

martedì 11 settembre 2007

Alta fedeltà

Non so di preciso cosa abbia raccontato Laura a Liz, tuttavia potrebbe averle dato almeno un paio delle seguenti informazioni, se non addirittura tutte e quattro:

1) Che quando Laura era incinta sono andato a letto con un'altra.
2) Che questa storia influì direttamente sulla sua decisione di interrompere la gravidanza.
3) Che, dopo l'aborto, mi feci prestare da lei una forte somma di danaro e a tutt'oggi non le ho restituito nemmeno un soldo.
4) Che, poco prima che lei se ne andasse, le ho detto che non ero soddisfatto del nostro rapporto, e che forse, chissà, magari pensavo di trovare qualcun'altra.

Ho fatto e detto queste cose? Sì. Ci sono circostanze atenuanti? No davvero, a meno che qualsiasi genere di circostanza (in altre parole, qualsiasi genre di contesto) possa essere considerato un'attenuante. Ma prima di esprimere un giudizio, benché sia probabile e abbiate già formulato uno, provate a scrivere le quattro cose peggiori che avete fatto voi al vostro partner, anche se - specie se - il vostro partner non ne sa niente. Non indorate la pilola, non cercate di spiegarle; scrivetele punto e basta, stendete la classifica, con le parole più semplici possibile. Fatto? Ok, allora adesso lo stronzo chi è?


Questo è un estratto di Alta fedeltà di Nick Hornby (per la precisione, nell'edizione Guanda è a pagina 81).
Sebbene il nostro eroe abbia, checché ne dica, parecchie circostanze attenuanti, tipo il fatto di essere all'oscuro della gravidanza (ma se l'avesse saputo, sarebbe cambiato qualcosa?) ecc ecc, per sentirsi meglio e per dimostrare che in fondo siamo un po' tutti Rob Fleming, ci propone questo interessante quando introspettivo test. Ecco, io l'ho fatto, estendendo la ricerca non solo all'attuale partner, ma anche a quelli passati, così è più divertente. Ebbene, la mia risposta alla domanda finale (non è 42, come molti staranno pensando ^_^) è: lo stronzo per adesso sei ancora tu. E la cosa un po' mi rincuora. Voi?

lunedì 10 settembre 2007

Letture estive

Essendo ormai finita l'estate, almeno qui a Torino dove stamattina ho aperto la finestra per aprire le persiane e mi è venuta la broncopolmonite fulminante, mi sembra giunto il tempo di fare un bilancio/elenco incompleto delle letture estive. Ovviamente, in rigoroso ordine sparso e disordine alfabetico.

Dunque, il premio per il libro più incomprensibile va a: Non è un paese per vecchi di Cormac McCarthy. E' la storia di uno sceriffo stanco della vita che insegue un serial killer (?) che a sua volta insegue un malcapitato che ha stupidissimamente rubato un sacco di soldi che ovviamente non erano suoi. Credo. Insomma, aspetto il film dei fratelli Coen per vedere se loro ci hanno capito qualcosa.

Il più avventuroso
invece è stato L'isola di Arturo di Elsa Morante, consigliatomi da Cinzia visto che tra un paio di settimane andrò a mia volta sulla suddetta isola di Arturo, che poi è Procida. La storia penso che la conosciate tutti, nel caso così non fosse vi invito davvero a leggerlo. E' un romanzo di una forza incredibile, ha il sapore dei libri di avventure, che so, dei pirati, di Salgari... Bellissimo, non vedo l'ora di andare a Procida.

Il più carino piccino picciò
è stato invece Un amore di zitella di Andrea Vitali, nel quale una adorabile zitella, un po' per caso un po' per azzardo, si inventa un inesistente fidanzato. Davvero dolce.

Da dolce all'amaro, il più graffiante è stato I segreti erotici dei grandi chef di Irwine Welsh, una sorta di Dottor Jeckill e Mr Hyde a Edinburgo, molto spiacevole eppure ipnotico, nonostante non abbia nulla di erotico.

Il più esotico
è stato Inés dell'anima mia della Allende, che racconta la vita di Inés Suarez, che ha attivamente contribuito a fondare il Cile. Davvero appassionante, soprattutto visto che di solito non mi piace la Allende. Mi ha fatto venire voglia di andare in Sud America, un posto che non mi ha mai attirato.

Il più angosciante
è stato "Come Dio comanda" di Niccolò Ammaniti. Non aggiungo altro altrimenti mi viene di nuovo l'angoscia.

E infine, last but not least, il più finalmente! è stato Alta fedeltà di Nick Hornby, che ho finito ieri. Ma come ho potuto aspettare tanto?!?!

A domani per un estratto/gioco...

giovedì 6 settembre 2007

Pensieri sparsi

Stamattina la prima pagina di Repubblica.it dà due notizie molto diverse, ma entrambe di grande impatto. La prima, quella triste, è che è morto Pavarotti. Si sapeva che stava male, ma sinceramente non me lo aspettavo e la cosa mi ha smosso parecchio. Adesso è qualche ora che mentre lavoro ascolto le sue esibizioni su You Tube. Non me ne intendo per niente di opera, riesco ad apprezzare solo le arie più famose, ma lui aveva un timbro di voce davvero inconfondibile, oltre ovviamente all'estensione alla potenza ecc (cose che però non posso giudicare, non avendone gli strumenti). Insomma, era una voce che ti prendeva la pancia, e fa un po' effetto scriverne al passato.
La seconda notizia invece è che il parlamento inglese ha dato i via libera ad un nuovo tipo di sperimentazione sulle cellule staminale che prevede la creazione di cellule "ibride", al 99,9 per cento (il nucleo) umane e per il resto bovine. Seconda riga del titolo: la chiesa insorge, "atto mostruoso". Come approfondimento Repubblica.it proprone un chiarissimo ed esaustivo articolo che penso dovrebbero leggere tutti. Grazie alla ricerca sulle cellule staminali si potrebbero trovare cure a molte malattie, soprattutto degenerative come il Parkinson o l'Alzheimer. Io sulle cure ad ogni costo sono sempre stata molto combattuta. In fondo, la natura fa il suo corso, mi dicevo. Certo però che quando poi vedi persone a te vicine che piano piano capiscono sempre meno, dimenticano le cose, e magari non ti riconoscono, cominci a ripensarci. Insomma... Forse il progresso è anche questo? Non si tratta di dominare la natura, di andare contro le sue leggi (che poi alcuni chiamano leggi di Dio, ma sono poi quelle) ma di vivere nel mondo di oggi, che è obiettivamente e inesorabilmente cambiato nei secoli, e oggi cambia ancora più velocemente...? Non so, ai posteri l'ardua sentenza. Però, se tra qualche anno mi dovesse venire l'Alzhaimer, be', sarei contenta di potermi curare, se possibile.

PS: giuro che appena ho un attimo di tempo posto qualche piatto prelibato. Ho già pronte un po' di foto ma non ho mai un attimo per sceglierle, editarle ecc ecc. Rimedierò.

domenica 26 agosto 2007

Film in TV

E' incredibile come quelli che lavorano alla programmazione televisiva delle reti in chiaro si mettano d'impegno per produrre serate piene di film (come stasera: ben quattro solo in prima serata, tra cui due capolavori come "Il mucchio selvaggio" e "Eyes Wide Shut") e altre in cui non c'è assolutamente nulla (e lo dice una che non disdegna affatto le serie TV, anzi), ma solo serial italiani (magari sul clero...), giochi, il circo (oddìooooo! uccidetemi!!!) e cose simili. In realtà queste serate sono fondamentali perché mi permettono di guardare i film "gay" che non mi viene voglia di guardare in nessun altro momento... (Non disperare, Alice, ce la farai a vederli tutti...)

Comunque da un po' di tempo capita una cosa strana. Chissà perché, negli ultimi anni la rai programma relativamente spesso "C'era una volta in America", e io non lo guardo mai, un po' perché lo conosco bene, un po' perché è molto lungo e guardarlo in TV, con pubblicità e telegiornali e previsioni del tempo si finisce per fare le ore piccolissime. Però, anche se guardo qualcos'altro, ogni tanto faccio zapping e me ne guardo un pezzettino, il che mi rincuora. Ebbene, ogni volta, essendo il mio zapping casuale, cioè non legato alla pubblicità di altri canali ecc, vedo scene diverse, tranne una, che rivedo sempre.

E' la scena in cui Noodles va nel bar di Moe, ma non la vedo mai tutta, solo le due battute che si scambiano prima di andare a dormire:
Moe: Cosa hai fatto in tutti questi anni?
Noodles: Sono andato a letto presto.

Ecco, secondo me questo è un esempio di una brevitas quasi latina. E sono contenta di beccarla ogni volta. Poi ho visto la sequenza dei bambini che piangono in ospedale, con quell'inquadratura a plongée con l'infermiera che non sa chi consolare... Quasi comica, davvero stupenda. E tante altre che non sto qui a elencare. Rivedere i film è proprio una bella cosa...

venerdì 24 agosto 2007

Cosa succede...

...quando si leggono più libri contemporaneamente.
In vacanza leggevo "L'isola di Arturo", e con Shinji "Dieci piccoli indiani". Ebbene, una notte ho sognato che il vero motivo per cui il padre di Arturo appariva così scontroso e scostante, era che era lui ad aver architettato il piano diabolico per eliminare i dieci ospiti della casa!

mercoledì 22 agosto 2007

Luoghi, ovvero diario di viaggio ultima parte

E per finire, una panoramica sui luoghi che abbiamo visitato, a volte guidati, a volte soli, nella splendida Puglia.


Innanzitutto, come non citare Alberobello, con i suoi splendidi trulli?
Ad Alberobello c'è tutto un rione, leggermente in salita, con i trulli, compresa una chiesetta, e in molti trulli ci sono negozietti vari. Con la scusa di dare un'occhiata ai negozietti si entra e si guarda il trullo da dentro. Molto molto belli! Abbiamo anche avvistato una comitiva di giapponesi!






Altro paesello un po' meno particolare ma ugualmente delizioso è Locorotondo. Come tutti i paesini della zona, è fatto di casette piccole e bianche, con i dehors che si spalmano sui vicoli.
Si chiama Locorotondo perché è costruito su pianta circolare, e visto "da fuori", mentre si arriva, è effettivamente non solo rotondo, ma anche piuttosto arroccato. La cornice esterna, circolare appunto, si chiama "lungomare", anche se il mare è a parecchi chilometri.






Altro giorno, altro paese, questo deciasmente più famoso. Si tratta di Ostuni, la città bianca, famosa per i caratteristici fischietti di terracotta!





Ci avevano detto che avremmo trovato un sacco di turisti, invece quando ci siamo andati noi, neanche l'ombra.
Allora, muniti di granita al caffè con panna, abbiamo fatto un giro per questi stupendi vicoli, che si arrampicano uno sull'altro in un intricato labirinto.











Altro scorcio di Ostuni.



















Ultimo, ma non meno importante, per ragioni mangerecce, Cisternino, dove ci siamo fatti quella scorpacciata di carne di cui sproloquiavo qualche post fa. Tutte quelle persone che vedete si stanno allegramente abbuffando di carnazza, salciccia e chi più ne ha più ne metta! Beati loro!!
(in primo piano, il cugino Alfio)












Infine infine, come monito per i posteri ecco una foto che prova la mia famosa impavidità nonché prestanza atletica. Esatto, mi sono data allo sci nautico. Ho preso delle culate assurde e ho male ai muscoli ancora adesso, ma è stata un'esperienza bellissima!!! Erano anni che volevo provarci, e finalmente ce l'ho fatta!! Non credevo che fosse così difficile tirarsi in piedi, ma la barca tira con una forza incredibile e sembra che voglia strapparti le braccia... In compenso, quando riesci a tirarti su è una FIGATA!!!

martedì 21 agosto 2007

Ipse dixit

Il guaio con le carote, è che puoi usarle una volta sola.

Bugs Bunny

domenica 19 agosto 2007

Il cibo, ovvero diario di viaggio parte seconda

Come dicevo ieri, la Puglia è stata davvero una gradita sorpresa. O meglio, non propriamente una sorpresa, perché nessuno aveva mai osato dire che la Puglia fa schifo, ma tra il sapere che una cosa è bella e il constatare che lo è davvero, c'è una bella differenza.
Tanto per non smentirmi, vorrei, prima di dimenticarmi, spendere due parole sul cibo pugliese. Il cugino Alfio fa pesca subacquea, quindi abbiamo mangiato ottimo pesce fresco (compreso un "tordo" cucinato all'acquapazza), ma soprattutto... Rullo di tamburi...


I RICCI DI MARE!!!! Eravamo sul gommone, e Alfio si è avvicinato il più possibile alla spiaggia di un ristorante di amici suoi, e si è fatto portare un vassoio con 50 ricci!! E ce li siamo pappati con il pane ancora caldo e la birra.
Poi, non contenti, qualche sera dopo siamo andati a mangiare proprio in quel risorante, a Torre Canne, ricavato in un edificio che comprende gli unici trulli sul mare (bellissimi), e lì abbiamo mangiato: antipasto di crudità varie (gli immancabili ricci, scampi, noci di mare, ostriche francesi, carpaccio di sarago e di pescespada), vari antipastini tiepidi, e tagliolini caserecci con i ricci di mare. Il tutto condito da prosecco. Pancia piena, si faceva fatica a muoversi.



Un'altra sera invece, tanto per variare un po', ci siamo fatti una mega scorpacciata di carne. Vicino a Fasano c'è un paesello carinissimo che si chiama Cisternino (seguiranno foto), ed è famoso per la carne. Nel paese ci sono molte macellerie, aperte anche all'ora di cena, e per le strade panche e tavoli. Si va in una macelleria, si ordina la carne, loro te la cuociono e te la portano fuori. Nella foto un esempio. Salsicce, agnello, fegato (argh), e soprattutto le "bombette", cioè carne di maiale impanata e fatta a rolatina con dentro del formaggio. Yum yum!!! Poi visto che sono clementi, ti portano anche un po' di insalata, "per sgrassare".

Invece, tra i cibi che ci ha cucinato Marika: cozze in varie salse (apprendo che quelle tarantine sono rinomate), polpo con patate (che ricordo faceva anche zia Clara, ma questo era innegabilmente più buono), focacce varie (quella standard ha il pomodoro fresco, a me ovviamente è piaciuta quella ripiena con cipolle e olive), pasta con pescetti vari, il già citato pesce all'acquapazza (cioè in padella con olio acqua, aglio e pomodoro), orecchiette con pomodoro e cacioricotta (che apprendo trovarsi fresco solo in questa stagione. Tra pochi giorni, sarà disponibile solo sottovuoto, e le masserie cominceranno a produrre la ricotta), fritto di pesce, e poi i vari formaggi. Caciocavallo, cacioricotta, provolone, scamorza, mozzarella, stracciatella, e altri dei quali ho dimenticato il nome ma non certo il sapore!

sabato 18 agosto 2007

Di ritorno, ovvero diario di viaggio parte prima

E così, eccoci ritornati nella appiccicosa ma sempre accogliente Torino.
Innanzitutto, lasciatemi dire una cosa. La Puglia è bellissima!!! Ci ero stata da ragazzina, ma non la ricordavo così solare, silenziosa, bianca come invece l'ho vista adesso.
Dunque, andiamo con ordine. Abbiamo fatto base a Fasano, in provincia di Brindisi ma proprio sul confine tra le tre province di Brindisi, Bari e Taranto. Lì abitano i miei favolosi cugini, che sono stati assolutamente perfetti, ci hanno viziato e rimpinzato, forniti di casa e macchina, guidati, istruiti, consigliati e chi più ne ha più ne metta.
Secondo poi. Abbiamo mangiato delle cose buonissime, sia cucinate dalla cugina Marika che mangiate fuori. Anzi, Marika ha intrapreso una sistematica lotta contro il tempo per farci mangiare tutte le cose che secondo lei erano meritevoli. Credo di aver preso qualche chilo, anzi adesso mi peso. (update: fatto, temevo peggio)
Terzo, il mare era bellissimo!! Il cugino Alfio ci ha portati in giro in gommone, abbiamo fatto dei giri splendidi.
Quarto: abbiamo visto delle città carinissime, tutte piccoline e bianche!
Quinto, il paesaggio di campagna era davvero fantastico, tutto a ulivi (che sono una mia segreta passione) che quando si alza un po' di vento diventano d'argento...

Al prossimo post per le prime foto!

giovedì 9 agosto 2007

Saludos Amigos!

E così ridendo e scherzando domani Shinji e io ce ne partiamo per la Puglia! Esatto, scappiamo da questo clima radical-autunnale e fuggiamo verso più lieti e assolati lidi.
Appuntamento tra una settimana, con resoconto illustrato! Non perdetevelo!!

martedì 7 agosto 2007

Senza titolo

Sono già passati cinque giorni dall'ultimo post, e non abbiamo provato nessuna ricetta nuova. Non abbiamo visto nessun film meritevole di menzione, non ci è successo praticamente nulla di degno di nota. Questo in senso positivo. In senso negativo, di cose ne sono successe. Ad esempio abbiamo visto alcuni film orrendi. Ma è meglio non parlarne...
E poi, la cosa più negativa è successa ieri quando per caso abbiamo scoperto che tutta la trafila per rinnovare il permesso di soggiorno di Shinji è stata inutile, e che avrebbe dovuto fare in tutt'altro modo. Quindi sono stati inutili i 57 euro pagati (che mai rivedremo), le varie marche da bollo da 14,61 e da 3,10, le code all'anagrafe, in tribunale ecc ecc.
E invece quello che dovevamo fare non l'abbiamo fatto quindi lo facciamo adesso. Ieri mattinata in questura, oggi all'anagrafe (perché tutti i certificati che avevamo chiesti li ho consegnati nella richiesta inutile), domani giornata campale all'ufficio immigrazione.
E tutto questo, perché? Perché è cambiata la procedura. Obiezione: ma scusi, io sta cosa mica l'ho fatta due mesi fa, l'ho fatta 10 giorni fa. Risposta: eh, mi spiace.
Nonostante il nuovo ufficio immigrazione sia a due passi da casa, rimpiango quello vecchio in cui c'era un ufficio per l'Africa, uno per l'Europa, uno per l'Asia, e uno per USA, Australia e Giappone. Bei tempi, non c'era mai nessuno. Adesso invece prima che ti chiamino hai tempo a leggere un libro intero (cosa che ieri ho prontamente fatto).
Che due palle giganti.

giovedì 2 agosto 2007

Ebi mayo itame ☆ エビマヨ炒め


Come accennavo qualche post fa, nel ristorantino cinese che frequentavamo a Tokyo, prendevamo alcuni piatti ricorrenti. Uno di quelli era ebi mayo itame, cioè gamberi saltati con maionese. Detto così fa un po' impressione, ma erano veramente buonissimi. L'altro giorno ho fatto un esperimento. Innanzitutto, ho scoperto che ci sono moltissime ricette di questo piatto, ma eliminando a priori le più semplici che onestamente mi puzzavano un po' di campate per aria, ho diviso le ricette in due grandi categorie: quelle secondo le quali i gamberi vanno fritti (e saranno sicuramente molto più buoni) e quelle secondo le quali invece vanno solo saltati in padella. Visto che è agosto e visto anche il non trascurabile particolare del titolo, che dice gamberi saltati con maionese e non gamberi fritti con maionese, ho scelto una ricetta del secondo gruppo.

Piccola digressione linguistica. In realtà itameru in alcuni casi può anche voler dire friggere, ma nel senso ad esempio di "riso fritto" cioè appunto, saltato in padella in abbondante olio. Per indicare friggere nel senso di buttare nell'olio bollente e poi una volta terminata la cottura togliere dall'olio, asciugare e buttare via l'olio, in giapponese esiste un altro termine, ageru. Fine della digressione linguistica che probabilmente interesserà a quattro o cinque persone in tutto l'universo mondo, per stare larghi.

Allora praticamente si fanno saltare i gamberi con i soliti aglio, zenzero, porro, dopo averli passati nella fecola di patate. Una volta cotti, si spegne il fuoco e si mischiano a una salsa fatta con maionese, una punta di ketchup, latte condensato, latte, olio di sesamo. Io ci ho aggiunto anche un po' di salsa di soia, tanto per non smentirmi.

Quelli del ristorante restano ineguagliati, se ricordo bene sopra avevano addirittura degli anacardi sbriciolati... Ma è stata comunque una super soddisfazione. L'unico difetto dei gamberi è che ci metti un'ora a pulirli, e cinque miuti a mangiarli...

martedì 31 luglio 2007

Buta kimchi ☆ 豚キムチ


Sabato scorso siamo andati a Porta Palazzo per i nostri soliti acquisti orientali (e orientaleggianti), e oltre ad aver comprato una salsa tailandese che si chiama nampura (ma il tipo del negozio, di etnia indefinibile, mi ha detto che nella sua lingua si dice namra) e che presto utilizzerò per sollazzare i palati più sopraffini, ci siamo fatti attirare dal kimchi cinese e lo abbiamo comprato. Lo abbiamo comprato nonostante qualche settimana fa Yuji fosse stato categorico: il kimchi cinese fa schifo, ha detto. E infatti.
A mangiarlo crudo ha un retrogusto di sottaceto, che onestamente non mi spiego. Però, siccome a casa nostra non si butta via niente, abbiamo pensato che visto che non ci piace crudo e visto che costa poco, possiamo usarlo nei piatti "cotti", senza remore, cosa che ci dispiacerebbe fare con un kimchi più prelibato. Quindi ho subito rispolverato un mio vecchio cavallo di battaglia di quando stavamo in Giappone e compravo il kimchi a metà prezzo (scaduto), poi decidevo di farlo cuocere perché non si sa mai: il buta kimchi, ovvero il maiale con il kimchi. E' una ricetta semplicissima: si fa saltare il maiale, dopo un po' si aggiunge il kimchi e un po' di salsa di soia.
Il kimchi cinese, anche cotto, non è un gran che, ma si fa mangiare. La carne di maiale in compenso era nu babbà.

mercoledì 25 luglio 2007

Metro virtuale

Un team di ricercatori giapponesi (mava'?) ha fatto una cosa fichissima. Ha creato una mappa virtuale dei 200 siti più importanti/visitati del 2007. Il tutto sulla falsariga della metropolitana di Tokyo. Dal che deduco che io e Shinji abitavamo su Google.jp, a una sola fermata da Google.it, sulla linea technology (la rossa).
Ci sono anche due siti italiani: Repubblica.it e il blog di Beppe Grillo!

domenica 22 luglio 2007

Hoikōrō ☆ 回鍋肉

Vicino a casa nostra, a Tokyo, c'era un delizioso ristorantino cinese.

Era minuscolo, come se fosse tutto in miniatura. Al piano terreno c'era solo un tavolo, mi sembra, e il bancone (anche quello minuscolo) con dietro la cucina. Poi c'era una scala che portava al piano di sopra. Era una di quelle miniscale che se mentre tu sali, qualcuno vuole scendere, è un casino. A me queste cose hanno sempre messo un po' in difficoltà, infatti per abituarmici ci sono volute parecchie cene e notevoli boccali di birra. Al primo piano c'era una sala con ben 4 tavoli, una minicucina con portavivande che arrivavano dal piano di sotto e poi un'ulteriore saletta con luci soffuse, e, chissà perché, il soffitto molto, ma molto più basso del normale (che già in Giappone è più basso che in Italia).

Questo ristorantino era gestito da una coppia abbastanza anziana, probabilmente i proprietari, tutti gentili e carini e indaffarati che ci hanno subito presi in simpatia, e un ragazzo giovane, di poche parole, che mi sono sempe chiesta se fosse il nipote o uno che non c'entrava assolutamente niente.

Quando andavamo a mangiare lì, prendevamo sempre alcuni piatti ricorrenti, e poi provavamo qualcosa di nuovo. Uno dei must era appunto Hoikōrō, che vedete qui di fianco rifatto da me medesima stessa. Per lunghi mesi è rimasto un piatto mitico, incomprensibile sia a me che a Shinji, poi ci siamo accorti che è davvero semplice e viene pure bene, quindi adesso ogni tanto lo faccio. Dunque. E' un piatto a base di carne di maiale, cavolo, porri e peperoni (in giappone quelli verdi, che io non sopporto, qui fortunatamene quella specie non esiste quindi ho messo i "quadrati di Carmagnola" eheh). Poi però ognuno ci può aggiungere un po' quel che vuole e io ci ho messo takenoko (il germoglio di bambù già citato qualche post fa, gentilmente portatomi da Mayumi al ritorno del suo recente viaggio in Giappone) e shiitake (i soliti funghi di cui mi accorgo di non poter più fare a meno). Il tutto condito alla cinese, con tōbanjan, olio di sesamo a crudo e compagnia bella.

Un altro dei nostri must era Ebimayoitame (cioè gamberetti e maionese), ma di questo parlerò a suo tempo.

venerdì 20 luglio 2007

Pranzi estivi


In questi giorni di caldo, anche noi cuoche provette dobbiamo adeguarci alle rinnovate esigenze. In un post precedente già avevo parlato della buonissima hiyashi chuuka, e oggi eccomi di nuovo con due piatti molto simili.



Il primo, qui a sinistra, è sōmen. I sōmen sono sottilissimi spaghetti di grano, bianchissimi e anche un po' elastici, e in questo caso sono serviti freddi con una salsa che prende il nome di tsuyu, a base di salsa di soia, mirin e brodo di pesce.
si mangiano intingendoli nella salsa, che nella foto è nel bicchierino in alto a sinistra. Non contenta, ho aggiunto anche frittatina sottile e alghe nori.






L'altro piatto, che abbiamo mangiato oggi per la gioia di grandi e piccini, è zaru soba. E, secondo me, è molto più buono. La soba è pasta (in forma di spaghetti) di grano saraceno, da cui il colore marroncino. Anche in questo caso, si serve fredda e va intinta nello tsuyu. Anche in questo caso, alghe nori, nonché un po' di wasabi stemperato nello tsuyu.



Il problema della zaru soba è che non basta mai. E' troppo buona per lasciare soddisfatti.
Infatti dopo ci siamo scofanati un gelato...

giovedì 19 luglio 2007

Approssimazioni linguistiche e film di serie B

Ieri sera ho visto un film in TV. Di serie B, ma anche C, D ecc. Non saprei. La cosa non mi interessava perché ero completamente brasata e nel film c'era Luke Perry (già Dylan in Beverly Hills nonché fratellastro di Krusty il Clown).

Prima di cena, controllo i programmi su internet, un link mi rimanda al sito di Canale 5 e leggo la trama del film. Avrei voluto copincollarla, ma non c'è più. Che si siano accorti del fatto che non c'entrava nulla? La trama diceva: alcune giovani ragazze appassionate di speleologia si trovano intrappolate a causa di una frana e lì comincia il loro incubo perché il sottosuolo è popolato da mostruose creature. Bella storia, mi sono detta. Luke Perry + mostruose creature. Non me lo posso perdere.

Invece il film parlava di una minaccia geologica per la terra (non ho visto l'inizio e non ho capito bene) tipo correnti di magma, eruzioni vulcaniche ecc. Un team di giovani geologi, tra cui Luke Perry, il suo antico rivale e una ragazza, più due militari che non la raccontano giusta, vanno nel sottosuolo per posizionare due bombe atomiche e ripristinare le correnti dei fluidi.

Nella prima parte del film, il generale più potente di tutto l'esercito e l'assistente personale del Presidente litigano di brutto e a più riprese perché uno vuole militarizzare il tutto, l'altra vuole che il popolo sappia (che buono questo presidente). E lì, sembrava che venissero alle mani ma dalle loro bocche uscivano parole del tipo: "Ho inteso dire che il Congresso protende per una soluzione di tipo non belligerante, ma stando alle ultime informazioni giuntemi da alcuni innominabili ma fedeli amici, non sono propenso a sostenere una proposta di siffatta levatura..." Mah... Uhm...

Ho smesso di stare attenta al 100% quando, prima della partenza, i nostri eroi controllavano l'effettivo funzionamento del veicolo che li avrebbe portati nel sottosuolo (veicolo che, con un colpo di genio degno di un premio Nobel per la letteratura, uno sceneggiatore spero fallito ha chiamato "la talpa"). In particolare, quando il cattivo (ma poi si redime) dice: RAGGIO TERMALE? e lei: PRONTO. Dunque. Raggio termale??? Termico, magari??? (anche quello, faccio un po' fatica a immaginarlo, comunque...)

Fine primo tempo, meteo.
Su tutta l'Europa orientale fa caldo. Ma và? Molto caldo. E lo scrivono anche a mo' di sottotitolo. La responsabilità (ma in realtà non mi ricordo bene, forse non era colpa sua, poveretto) è di un PROMONTORIO DI ORIGINE NORD AFRICANA. Eh? Un promontorio de che? Che causa il caldo??? Non sono una metereologa, ma onestamente la cosa un po' mi puzza.

Cmq il massimo del trash è stato raggiunto quando Luke Perry e la ragazza (con la quale probabilmente aveva avuto una storia di cui si parlava nella parte che non ho visto), ormai rimasti soli perché gli altri sono tutti morti, si trovano di fronte all'enorme dilemma: e adesso che abbiamo usato i nostri nuclei radioattivi per rafforzare la potenza della bomba, come facciamo a tornare in superficie? E lì, colpo di genio del mitico Luke.
"Se deviamo la nostra traiettoria di 40 gradi arriveremo sul fondo della fossa di Juan de Malaga (il nome l'ho inventato) e così riaffioreremo in superficie galleggiando, senza bisogno di propulsione"
Risposta di lei:
"E' per questo che ti ho amato."

Eh?
EEEH?!

Insomma, una serata estiva su Canale 5.

lunedì 16 luglio 2007

Teriyaki burger ☆照り焼きバーガー

Ebbene sì, è proprio quello che il nome suggerisce. Non ho fatto la foto perché sembrava un normalissino paninazzo.
Ma come al solito, lasciatemi prendere il discorso alla lontana. Come tutti sanno, McDonald's fa dei panini speciali in ogni paese (tranne in Italia, forse, o per lo meno io non li ho individuati, sarà perché non ci vado mai...). Quindi, come in Egitto c'è il McArabia (con kebab) o il McFalafel (vegetariano), in Giappone c'è il teriyaki burger. Cioè, l'hamburger è intinto nella salsa teriyaki, come il pollo teriyaki. Inutile dire che è buonissimo. Sarà quel gusto vagamente dolce, sarà che la salsa teriyaki lascia una sensazione vellutata sulla lingua, ma non sembra neanche di essere da McDonald's.
Comunque, visto che anche in Giappone da McDonald's ci andavo pochissimo, mi è rimasta la voglia di questo teriyaki burger, e chissà perché sono passati quasi tre anni. Ma oggi, presa da un istinto irrefrenabile, l'ho fatto! AH AH AH! Dunque, il procedimento è semplicissimo. Si cuociono gli hamburger normalmente, poi quando sono cotti si aggiunge la salsa teriyaki (salsa di soia, mirin, zucchero, un po' dashi se c'è, e io metto anche un po' d'acqua) e si fa "caramellare", cioè si aspetta che si raprenda un po' rovesciandola con un cucchiaio sugli hamburger. Poi si mette nel panino nel quale avremo già messo un po' di maionese, insalata, pomodoro. Tappare il panino. Portare alla bocca facendo attenzione perché COLA!!

domenica 15 luglio 2007

Tenshin don ☆天津丼


Dopo giorni di inedia culinaria, finalmente una nuova creazione!!
E' il tenshin don, cioè un donburi (ciotola di riso con sopra qualcosa), da cui il "don" del nome, con sopra una frittatina di granchio e porri, e ulteriormente sopra una salsa con (si vede anche nella foto) shiitake (funghi giapponesi ultimamente molto di moda anche da noi), takenoko (...? Germogli di bambù? Ma dicendo germogli uno si immagina una cosa piccola, invece sono grandi come una patata grande...), carote, piselli... E poi le solite cose, salsa di soia, brodo, zucchero, sake...

Premetto che io non l'avevo mai mangiato, quindi c'è sempre il solito rischio, e cioè, che a me sembri una prelibatezza degna di un banchetto alla reggia del sultano del Brunei, poi invece magari non ha assolutamente nulla a che fare con l'originale. Ovviamente in questi casi la prova del nove è Shinji, che era abbastanza soddisfatto ma non del tutto. D'altra parte, come primo esperimento direi che è riuscito in pieno!!

Oggi pomeriggio andremo tutti insieme appassionatamente (io, Shinji e Yuji) a conoscere il piccolo Pietro!! Evviva!!


venerdì 13 luglio 2007

Beata ignoranza

Qualche giorno fa a casa Kono...

Shinji: "Ma Berlusconi non aveva perso le elezioni?"
Alice: "Sì, grazie al cielo!"
Shinji: "E allora perché è sempre in televisione?"
Alice: "..."

mercoledì 11 luglio 2007

Cercavasi Yuki disperatamente


In questi giorni pieni di eventi felici, il matrimonio di Mauro e Riki, la nascita del piccolo Pietro (vabe', solo due eventi felici, in realtà, ma mi sembra bastino), non ho voluto, per non guastare l'atmosfera e anche un po' per scaramanzia, dire che quella puttanella di Yuki era scappata di nuovo!!! Ora che Leti mi ha avvertita di averla ritrovata, con una telefonata ante colazionem di quelle che dici, cavolo stai a vedere che è successo qualcosam, posso scriverlo senza remore.

Quella puttanella di Yuki era scappata di nuovo.


Dico di nuovo perché è la terza volta. La prima non me la ricordo (forse ero in Giappone?) la seconda era stata poi ritrovata in una cantina, intrappolata con annesso guasto alla fogna e Leti era andata a recuperarla immersa nella melma (o peggio). Stamattina invece è stata ritrovata da un signore che ha telefonato a Leti (ah perché dimenticavo di dire che ogni volta bisogna tappezzare il quartiere di cartelli "ho perso un gatto") e praticamente era accucciata sotto una macchina tutta sporca e grigia ("sembra un certosino").
Insomma tutto è bene quel che finisce bene. Ma come in tutte le cose c'è una domanda da porsi. Perché Yuki continua a scappare? Dove vuole andare? Cosa non le piace?

Ah, se i gatti potessero parlare...