sabato 30 giugno 2007

Kimchi e Kakuteki ☆キムチとカクテキ

Mercoledì siamo andati a Milano perché dovevamo fare un po' di cose al Consolato, e siccome ci hanno dato l'appuntamento alle 9,15, il che ha implicato sveglia alle 5,30 e treno alle 6,50, ci siamo voluti consolate facendo un salto in un negozio di alimentari coreani e giapponesi che c'è appunto a Milano in via Raffaello Sanzio 4. Si chiama Arirang, come la gang coreana di Pacchigi!
e lo gestisce una coppia di anziani coreani carinissima. Insomma, ridendo e scherzando avevano kimchi e kakuteki fatti in casa!!!! Non quelli dei barattoli che ogni tanto qualche anima pia ci porta dal Giappone! E ovviamente li abbiamo presi (sopra il kimchi, sotto il kakuteki). Il kimchi è una specialità coreana, a base di hakusai (cavolo cinese?) marinato con varie spezie, tra cui ovviamente il peperoncino che dà l'inconfondibile colore nonché lo rende piccante. Poi in realtà ci sono molte varietà di kimchi, in Corea ancora più che in Giappone immagino, e le spezie variano a seconda della preparazione. Il kakuteki è la stessa cosa ma fatto con il daikon (rapa giapponese), quindi leggermente più dolce ma quando finisci di masticarlo leggermente più piccante.
Evviva evviva, siamo contentissimi, speriamo che durino almeno un po', speriamo di riuscire a non scofanarceli tutti nel giro di una settimana... Anche perché Milano non è proprio dietro l'angolo...

Comunque al Consolato abbiamo richiesto la traduzione della patente di Shinji per poterla convertire nella patente italiana. E una volta convertita, gli ritireranno quella giapponese e fin qui ci siamo. Ma io pensavo che a quel punto lui fosse come un qualsiasi italiano che quando va in Giappone richiede la patente internazionale e guida, invece ci hanno detto che in pratica lui non potrà mai più nei secoli dei secoli guidare in Giappone. Sinceramente, mi sembra una cavolata...
Dobbiamo indagare...

lunedì 25 giugno 2007

Festa

Ieri sera abbiamo fatto una festicciola per varie cose: il compleanno di Shinji, la partenza di Kazumi, e ovviamente i fuochi d'artificio. Eravamo a casa di Fusako, in via Po all'angolo con piazza Vittorio... Insomma, quelli che quando vai a vedere i fuochi d'artificio e sei in mezzo alla ressa ti chiedi : "Ma chi sono quei fortunati con il balcone direttamente sulla piazza...?" Siamo noi.




Menu: okonomiyaki, chirashi zushi, e un po' di verdurine varie. Queste sono Fusako e Kazumi che preparano l'okonomiyaki.




Poi ovviamente la torta per i 30 anni dico 30 di Shinji!! Panna e fragole (short cake). Adesso qualcuno mi spiega perché si chiama così? Non è poi così corta, mi sembra, e poi essendo tonda, è anche difficile capire qual è la lunghezza e quale la larghezza, mi pare...



Ore 22,30 cominciamo i fuochi! Da casa di Fusako si vedono solo quelli sul ponte di Piazza Vittorio e non quelli che sparano dal Monte dei Cappuccini, ma siamo comunque molto soddisfatti. Riesco addirittura a fare qualche foto decente. Belli belli, musica, la gente che applaude...





Kazumi, Fusako, io, Erina, Akiko.

domenica 24 giugno 2007

Tonno o son desto?

Ieri abbiamo finalmente fatto un piatto che io ADORO e che mi ricorda un sacco l'estate a Tokyo: hiyashi chuka (冷やし中華). Trattasi di spaghetti con sopra di tutto un po' (cetrioli, prosciutto, frittata, pomodori nel nostro caso, ma si può mettere arrosto di maiale, funghi, germogli di soia ecc), conditi con una salsa particolare. Il tutto freddo (hiyashi). La salsa è anche il motivo per cui finora non li avevo mai fatti, cioè non avevo idea di come farla. La scorsa settimana però mi sono decisa e ho fatto un po' di ricerche ed ecco il risultato: ci sono vari tipi di salsa. Appunto. Io ne ho provato una a base di salsa di soia, aceto, olio di sesamo, zucchero... e non mi ricordo più, ma la prossima volta proverò quella a base di burro di arachidi (giuro! Comprato apposta!!)!!!
Questo piatto viene preparato in Giappone nei ristoranti di ramen d'estate, perché evidentemente non sono la sola che non riesce a scofanarsi una ciotola di spaghetti in brodo bollenti quando fuori ci sono 40 gradi e nel ristorante, causa aria condizionata, 17.
Quando vivevamo a Tokyo di solito il sabato o la domenica a pranzo andavamo a mangiare il ramen. Il nostro quartiere, Ogikubo, era famoso proprio per i ramen, e in effetti c'erano ristoranti in gran quantità. Quindi ogni week end, per un po' ne abbiamo provati di nuovi, e quando li abbiamo finiti abbiamo ricominciato da capo scartando i più scadenti. Però io a maggio cominciavo a non farcela più. Cioè, voglio dire, a pranzo. Scodellazza bollente di spaghetti in brodo. Per fortuna, appunto, da giugno in poi, i ristoranti hanno cominciato uno dopo l'altro a mettere fuori l'insegna "hiyashi chuka"... E io ho avuto salva la vita.

Ma veniamo al perché del titolo del post. L'altro giorno abbiamo visto un programma giapponese in cui un duo di comici, forse per una scommessa o non so cosa, doveva mangiare un tonno intero, nel minor tempo possibile, senza mangiare altro. Se nelle ricette a base di tonno erano previsti altri ingredienti, ok, però ad esempio mangiare tonno e insalata era vietato. Ovviamente, tonno a tutti i pasti, a tutte le ore, per giorni e giorni. Dormivano addirittura vicino a questo povero tonno sventrato.

L'emittente televisiva mandava loro un cuoco a domicilio che dopo averli nauseati di sashimi ha
cominciato a preparare altri prelibati piatti che a me facevano venire l'acquolina in bocca, a loro, poverini, solo la nausea. Tipo: hamburgher di tonno. Yum. E poi yukke di tonno. Yum yum yum. Yukke è un piatto coreano che di solito si fa con la carne macinata.
E io con la carne macinata l'ho fatto.
Praticamente si mischiano un po' di cose coreane (kimchi, kochujan...) e altre neutre (salsa di soia, sale, olio di sesamo...) con la carne macinata, poi si mette sopra un tuorlo, porri, alghe nori. E se magna.
Sinceramente però non era un gran che, alla fine la carne cruda è perfetta con olio extra vergine, sale e scaglie di parmigiano, secondo me. Eventualmente sedano. Comunque...

Oggi 24 giugno San Giovanni è il compleanno di Shinji!!! Ma di questo scriverò domani, perché stasera festa e fuochi d'artificio!!!

giovedì 21 giugno 2007

poesia

Cessate d'uccidere i morti,
Non gridate più, non gridate
Se li volete ancora udire,
Se sperate di non perire.
Hanno l'impercettibile sussurro,
Non fanno più rumore
Del crescere dell'erba,
Lieta dove non passa l'uomo

a chi indovina di chi è la poesia, un bacio telematico.

mercoledì 20 giugno 2007

Nira



Quando eravamo in Giappone, non so perché, non ho mai cucinato la nira. In compenso adesso, non appena la avvisto dai cinesi, la compro. Ieri sera poi ho scoperto di non poterne più fare a meno.

Dunque, cominciamo dall'inizio. Siccome sono mentalmente pigra, fino a stamattina mi bastava sapere che questa verdura si chiama nira, ed ero in pace con me stessa. Poi però mi sono detta: se scrivo qualcosa su Acqua di limone, dovrei fare qualche ricerca, e il primo passo è stato (errore madornale che mi riprometto sempre di non ripetere e invece faccio circa 60 volte al dì) cercare "nira" sul vocabolario. Il quale dice impunemente: erba cipollina. Ora. Vi sembra erba cipollina? A me, sinceramente, per nulla. Per non parlare che ha un gusto parecchio diverso. E lì ho cominciato a spazientirmi, perché se non puoi neanche più credere al vocabolario...

Quindi ho cercato il nome latino della nira e ho trovato che si chiama Allium Tuberosum. Ah ecco, mi sembrava, allium, non cipollum. E già le cose cominciavano a tornarmi. Comunque, dopo una rapida ricerca apprendo trattarsi di una "perenne rustica con rizoma originaria della Cina, alta circa 30 cm. I fiori sono bianchi, stellati. Gli steli sono piatti, resistenti, sottili, lanceolati, con un sapore delicato di aglio. I semi sono usati come tonico". Tutto torna. Il mio cuore è di nuovo in pace.

Ma tornando a noi, ieri sera ho fatto una cosa proprio buonina buonina. Non so come si chiama, qualcosa tipo "katsuo to nira no...", ma visto che il katsuo è il tonno e io l'ho fatto con il pesce spada, mi sembra che il nome sia superfluo. In pratica è un'insalata di pesce spada (saltato in padella, ma il tonno della ricetta andava crudo), nira sbollentata, il tutto condito con salsa di soia, olio di sesamo, aceto, un poco di zucchero (e la pillola vaggiù), sesamo e forse basta...
Shinji appena ne ha messo un boccone in bocca ha cominciato a decantare le proprietà rinvigorenti della nira, che d'estate ti fa riguadagnare le forze (anche l'anguilla, come tutti sanno, pare abbia lo stesso effetto...). Insomma, era in estasi, tutto goduto. Comuque prima o poi dovrò indagare su questi cibi che danno forza (stamina).
La nira ha un leggero gusto di aglio (ma proprio una punta, o una frisa, come direbbero alcuni), e poi sa di verdura verde, a foglia. Ma la cosa che è proprio buonissima è la consistenza. Da cruda ha quel tipo di foglie che se non stai attento ti fanno dei taglietti sulle mani, e anche bollendola, pur ovviamente diventando più morbida, non diventa molle, mantiene un cuore duro che quando lo mastichi è tutto un programma.
Fine della mia ode alla nira.

lunedì 18 giugno 2007

Pic nic di famiglia


Ieri siamo andati a fare un pic nic con babbo e sorellina alla Mandria. Il fatto è che lunedì corso era il compleanno di mio padre, e il nostro (mio?) regalo consisteva appunto nell'organizzazione di un perfetto pic nic giapponese.
Per farla breve il menu comprendeva, dall'alto verso il basso e da sinistra verso destra: wurstel grigliati, karaage (pollo fritto), poi si vedono le alghe nori per gli onigiri che sono più in là, pollo teriyaki, onigiri con tonno e maionese, onigiri di takikomi gohan (funghi carote e germogli di bambù) e poi non si vede un gran che ma a finaco degli onigiri bianchi c'è ancora tamagoyaki (frittata dolce) e poi un misterioso contenitore chiuso con dentro, udite udite, insalata di patate.
Era tutto molto buono. Il problema è che quando hai tutto lì davanti finisci per strafogarti alla velocità della luce... Cosa che abbiamo immancabilmente fatto. Puppi ha subito attaccato un onigiri ripieno di tonno e maionese fatto da Shinji con le sue manine sante: sembrava una palla da baseball, era enorme e tutto tondo (in teoria dovrebbero essere triangolari...), e quello l'ha un po' atterrata. Ci ha messo tipo un quarto d'ora a mangiarlo!


Dopo pranzo, ci siamo messi ovviamente a giocare, come è tradizione.
Non mi viene in mente il nome in italiano di questo giochino. Eppure sono sicura che ne ha uno specifico.
Ogni aiuto è bene accetto.

Dopo un po' di gioco abbiamo riattaccato a mangiare ma ovviamente siamo stati sorpresi dalla pioggia (in realtà non eravamo affatto sorpresi, un po' ce lo aspettavamo...), così abbiamo tirato su baracche e burattini e ce ne siamo tornati pian pianino a casa (di mio padre).


Siamo stati un po' lì, io mi sono astutamente fatta dare 44 cd di musica classica che lui ha comprato ma sostiene di non ascoltare (anzi adesso ne metto su uno...) e poi decidiamo di andare a casa. Saliamo in macchina, giro la chiave, non parte. EEEEH?!
Non facciamo scherzi, ma poracaputt...
Vabeh. Chiamiamo mio padre, sarà la batteria? Boh, in due ce ne intendiamo almeno quanto di fisica nucleare. Comunque carichiamo la batteria e continua, imperterrita, a non partire.
Vabeh, chiamo Anna (l'ex proprietaria della macchina), per sapere se magari le era già successo, se aveva una qualche formula magica per risolvere la situazione (a volte capita...). Lei ovviamente mi dice che non le è mai successo e non ha alcuna formula magica, ma mentre parlo con lei provo ancora una volta a girare la chiave, e quella stronzetta parte!!!!!!!!!
(la voce del padrone)

Insomma, qui finisce l'avventura del signor Bonaventura.

domenica 17 giugno 2007

Riso fritto con lattuga ☆レタスチャーハン


Nuova opera di alta cucina (abbastanza bassa a dire il vero).

Il chahan, riso fritto, è un piatto di origine cinese molto diffuso in Giappone, che è divertente perché imparati alcuni fondamentali (che non svelerò mai a nessuno neanche sotto tortura), puoi fare con quello che vuoi (in altre parole, il famoso chahan-con-gli-avanzi).

Il chahan della foto doveva essere quello con la lattuga, ma io ovviamente non avevo la lattuga. Quindi è uventato uno "scarola chahan". Buonino. Il riso fritto è sempre molto rincuorante da mangiare, non so perché ma ho l'impressione oltre che la pancia riempia anche il cuore.

giovedì 14 giugno 2007

Errori di battitura

Faccio spesso e volentieri degli errori di battitura. Di solito me ne accorgo solo quando rileggo, e sono molto divertenti. Alcuni diventano delle abitudini.
Ad esempio scambio spesso la "s" con la "z" e viceversa.
Presenza diventa "presensa" (piemontesismo).
Accensione diventa "accenzione" (??).

E poi ancora:
Molto, ovviamente, diventa "morto".
Alto diventa "altro".
Da cui deriva: è morto altro. Eh?!

Poco fa dovevo scrivere: il ruolo del terzo genito...
E invece ho scritto: il tuorlo del terzogenito... (e poi montare gli albumi a neve...)

Ma l'errore più bello l'ho fatto qualche tempo fa, e ho riso per giorni quando me ne sono accorta.
Dovevo scrivere: "i traditori verranno ammazzati come cani", e ho scritto: "i traduttori verranno ammazzati come cani"...
Coda di paglia??

Update:
"Se vuoi ti faccio fare il giro della scuola"
è diventato:
"Se vuoi ti faccio fare il giro della morte".

Che qualcuno mi abbia messo qualcosa negli spaghetti che ho mangiato a pranzo?!

lunedì 11 giugno 2007

Pentimento



Siccome mi sentivo un po' in colpa per aver profanato gli spaghetti cucinandoli con il natto, ho pensato bene di riequilibrare un po' le cose e oggi a pranzo ho mangiato gli onigiri con il prosciutto crudo.
Gli onigiri sono quelle polpettine di riso che i bambini dei cartoni animati mangiano a tutte le ore. Di solito si mette qualcosa dentro (ad esempio tonno e maionese) e poi si avvolgono con un'alga nori (cioè un'alga secca) e se magnano.
Ieri sera avevamo avanzato un po' di riso. Allora visto che qui non si butta via niente, ho fatto tre onigiri pensando di mangiarli oggi. All'ora di pranzo, prendo gli onigiri, apro il cassetto magico del cibo giapponese e cerco le alghe nori. Pofferbacco, sono finite, penso, che faccio adesso?
E lì, il genio che mi contraddistingue da sempre mi ha fatto venire un'idea degna del miglior ristorante di cucina fusion di Manhattan. Semplice, li avvolgo nel prosciutto crudo! E così ho fatto. Inutile dire che erano buonissimi, altro che alghe!!!


Invece qualche giorno fa ho fatto un altro piatto che si chiama tan tan men. Men vuol dire spaghetti, tan tan non lo so, però mi piace molto il suono, ha un che di stupidino, e io, ormai lo sanno anche i sassi, sono debole a queste cose.
Dovete sapere che i piatti di pasta giapponesi non sono mai stati il mio forte. Nel senso, se pasta deve essere, che sia con le melanzane, con le vongole, con il ragù, dico io.
Però qualche tempo fa nei negozi cinesi di porta palazzo abbiamo comprato una caterva di cosiddetti "noodles" e allora mi sono detta: è giunto il momento. Già avevo fatto degli ottimi yaki undon, che sono più tipo pastasciutta, ma lì il confronto veniva spontaneo. Visto che però la vera prelibatezza della pasta giapponese (che poi è originariamente cinese) è la pasta in brodo, il mio bel maritino mi ha cercato una ricetta su internet ed ecco qui i tan tan men. Dunque, trattasi di spaghetti di grano tenero in un brodo di: carne, spinaci (ma qui secondo me si può mettere quello che si vuole), tobanjan (che sarebbe una specie di pesto di fagioli di soia molto salato e vagamente piccante) e ovviamente l'immancabile brodo di pesce. Che detto così (carne+pesce) fa abbastanza impressione, ma il risultato era buonissimo. Poi al tutto si mischia anche un cucchiaino di una specie di pesto di sesamo che dà, oltre al gusto, anche una consistenza più densa, e il gioco è fatto.
Erano buonissimi! (me lo dico da sola... che pena)

Finalmente una buona notizia

In Ruanda hanno abolito la pena di morte.
articolo su repubblica.it


E' buffo pensare che questo avvenga proprio in un paese che una decina di anni fa era in piena guerra civile, con genocidio annesso (credo che tutti ricordiamo le raccapriccianti immagini trasmesse dai TG in quel periodo, e se ce le fossimo dimenticate, ci ha pensato il film Hotel Ruanda a ricordarcele).
Ma è importante che sia proprio lì, perché è la dimostrazione del fatto che in fondo tutti sappiamo che la lotta contro il crimine non può essere risolta con la pena di morte. Bravi tutti. Finalmente una buona notizia, e speriamo che sia d'esempio.

PS: ho sempre trovato bellissimo il nome dell'associazione contro la pena di morte "Nessuno tocchi Caino".

domenica 3 giugno 2007

Cielo

I genitori della mia amica Kazumi sono venuti a Torino a trovarla. Non si può dire che abbiano avuto fortuna perché hanno beccato la settimana più piovosa dell'anno, comunque pare che siano contenti. Ieri mattina siamo andati a Superga. Il cielo era sereno, nessuno avrebbe immaginato che qualche ora dopo sarebbe venuto giù il diluvio, ma verso le montagne imbiancate di neve per le bizze del tempo degli ultimi giorni, qualche nuvola sottile era come incastrata, quasi a voler segnare il confine del cielo.
Nota: tanto per non smentirmi, non ho fatto neanche una foto. In compenso Kazumi, da vera giapponese patentata, ne ha fatte a centinaia, e cercherò di farmene dare qualcuna.

E lì ho pensato: il cielo è lo stesso per tutta la terra. E' tutto collegato. Il cielo che vedo qui, è lo stesso che i genitori di Kazumi vedranno una volta tornati a casa. Eppure, l'Italia e il Giappone sono così lontani. E' un po' come se il cielo unisse, mentre la terra divide.

Pur essendo sempre lo stesso cielo, ieri sembrava più grande del solito. Che assurdità. Poco a poco, le nuvole hanno cominciato ad addensarsi, sottili e quasi trasparenti ma semre bianche e soffici e dolci, e alla fine creavano come un pavimento rovesciato sul quale sembrava di poter camminare. Forse le nuvole, messe così, creavano un gioco prospettico più evidente del solito, comunque io ho pensato: camminando sulle nuvole, fin dove potrei arrivare?