venerdì 29 febbraio 2008

Nabe

Dopo tanto tempo, un post culinario.

Forse non tutti sanno che... In Giappone esistono molti piatti, che vanno appunto sotto il generico nome di nabe ("pentola"), in cui i commensali pescano da una pentola messa in mezzo al tavolo, su un fornelletto a gas. Ci sono diversi tipi di nabe. I più conosciuti forse sono il sukiyaki (a base di carne di vitello, cavolo cinese, tofu, funghi shiitake, e qualcos'altro che sicuramente mi sfugge, con pochissimo brodo - anzi non è neanche brodo, e prima di mangiare si intinge quello che si pesca nell'uovo crudo), e lo shabu shabu (questo non l'ho mai cucinato quindi non so esattamente come funziona). Ma ce ne sono tantissimi altri, e visto che finalmente Shinji e io abbiamo comprato il fornelletto per fare il nabe qualche sera fa abbiamo invitato Fusako e abbiamo fatto miso nabe, cioè nabe con un brodo a base di miso. Ovviamente è stata Fusako a preparare il brodo, che era davvero buonissimo (per l'occasione l'abbiamo fatto a partire dall'alga konbu e non dalla polverina). Dentro ci abbiamo messo, come si può anche forse intravedere, l'immancabile cavolo cinese, tofu, funghi shiitake, germogli di soia, polpette di pollo, aglio e zenzero, e pancetta di maiale (quella cruda, non il salume). Praticametne si fa il brodo, poi si mette la pentola su questo fornellino e si cominciano a mettere gli ingredienti, a partire da quelli che ci mettono di più a cuocere, si copre e si aspetta un po'. E poi si scopre e si mangia, e man mano che finiscono gli ingredienti se ne aggiungono altri. Noi, non contenti, alla fine, quando è rimasto solo più il brodo, ci abbiamo messo anche dei ramen! (io però ero strapiena e non me li sono goduti...)
Ormai la primavera si avvicina e il nabe è un piatto prettamente invernale, quindi ne faremo sempre meno, però è davvero una bella cosa, soprattutto quando ci sono ospiti a cena è molto conviviale! Un po' la filosofia del kotatsu, insomma!



domenica 10 febbraio 2008

L'invasione degli ultracorpi/The Invasion


C'è stato un periodo della mia seppur breve vita in cui avevo una vera passione per i film di fantascienza americani degli anni 50. In particolare, più avevano velati riferimenti alla guerra fredda, più mi piacevano. Il mio preferito era ovviamente L'invasione degli ultracorpi, che mi ha fatto e continua a farmi davvero gelare il sangue. Quindi si può immaginare quanto ero contenta all'uscita di The Invasion, il remake con Nikole Kidman e 007 (ora mi sfugge il nome). Non so più per quale motivo non riuscimmo ad andare a vederlo al cinema, poi tra l'altro lo tolsero subito. Inoltre, le recensioni che lessi qua e là lo stroncavano inappellabilmente, quindi mi ero rassegnata a vederlo in DVD. E così ho fatto ieri.

Come capita quasi sempre, l'originale è nettamente migliore del remake, e la ragione è presto detta: ciò che fa paura nel '56, ciò che fa paura in bianco e nero, nell'era della CG regala al massimo un po' di inquietudine (infatti a Shinji non è piaciuto gran che). Inoltre dimenticando la dimensione cittadina o poco più dell'originale, nel remake, seguendo la moda dei grandi film catastro-horror (vedi Io sono leggenda, 28 giorni/settimane dopo e tutti i vari virus degli ultimi anni), tutti si devono radunare in un punto di raccolta protetto dall'esercito ecc, il che dà un tocco di grandezza, è vero, ma perde anche un po' di quella provincialità e freschezza che secondo me erano uno dei pregi dell'originale. Detto questo, il film è assolutamente godibile, e parecchio inquietante. Quello che mi interessava di più, però, era come sarebbe stato reso il concetto che nel primo era nascosto ma ora è noto a tutti, dell'identificazione dell'alieno con il comunista. Il tutto, ora che la guerra fredda (pare) è finita. Ebbene secondo me hanno avuto un mini colpo di genio. Quando l'invasione è già iniziata ma ancora nessuno lo sa, Nicole e il suo amico 007 vanno a cena dall'ambasciatore ceco (nota stupidina: prima di andare a cena da quello che ancora non sappiamo essere un ambasciatore, lui dice "sono cechi, quindi probabilmente mangeremo il gulash. E io a chiedermi ma che c'entrano i ciechi con il gulash??) e lì incontrano anche l'ambasciatore russo. Il quale fa un discorso la cui sintesi potrebbe essere: immaginare un mondo in cui da conflitto non nasce conflitto, è come immaginare un mondo in cui gli esseri umani non sono più umani. Nicole ribatte che è vero che l'uomo è animale, ma piano piano ci stiamo evolvendo. Insomma, un sovvertimento dei ruoli.
Gli alieni quando si impossessano dei corpi degli umani, fanno lo stesso identico discorso che facevano nel '56. Ora siamo tutti uguali, non ci saranno più conflitti. Peccato che ora il russo non è più d'accordo. Insomma, ammettiamo e diciamo apertamente che nel '56 il riferimento era ai russi, ma ora che non è più così, chi sono questi alieni??? Ai posteri l'ardua sentenza.

lunedì 4 febbraio 2008

Bugie

In questo periodo dell'anno in ogni pasticceria e panetteria che si rispetti ci sono bugie a profusione. A me, a dire il vero, non fanno impazzire. Ogni volta che ne mangio una, però, mi torna in mente un episodio.
Io e Letizia eravamo a casa di Nonna Lisa, la casa vecchia la cui geografia mi è sempre rimasta un po' oscura. La nonna aveva fatto le bugie in casa! E Letizia disse:

- Nonna, hai fatto le bugie perché dici le bugie?

al che la nonna rispose:

- Tutti dicono le bugie, anche la nonna. E a volte anche qualche verità.

E scusate se è poco.