venerdì 25 dicembre 2009

Buon Natale!

Ed eccoci arrivati a quello che, crediamo, sarà almeno per un po' il nostro ultimo Natale italiano. Per chi non fosse stato avvertito per telefono, dal vivo, da qualche amico che se l'è lasciato scappare, al più tardi in primavera i Kono torneranno in Giappone.
E così, si diceva, eccoci all'ultimo Natale italiano. E Yui ha pensato bene di farsi venire la febbre a 40, così siamo chiusi in casa da tre giorni, niente cenone della vigilia, niente pranzo di Natale, Babbo Natale non voleva che gli attaccassimo l'influenza quindi non ha neanche suonato.
Insomma, buon Natale!

mercoledì 2 dicembre 2009

Ma che davvero?

C'è un blog che leggo sempre, da quando ero incinta. E' il blog di Wonder. Anche lei è una neomamma e Viola ha un mese più di Yui.
Anche se Wonder ha vissuto la maternità in modo molto diverso da me, mi ha sempre aiutata molto leggere le sue sensazioni, per quanto diverse dalle mie. Avrei voluto aiutarla, a volte, altre volte farmi aiutare. E in questo probabilmente ci sono riuscita perché leggerla è davvero sempre un piacere.
Adesso tra le tante cose che si è inventata c'è anche il give away di Natale... Mi raccomando, partecipate numerosi!

domenica 22 novembre 2009

Oishinbo


Da qualche tempo io e Shinji, da sempre appassionati di cucina, abbiamo cominciato a guardare la serie animata tratta dal manga Oishinbo (letteralmente, il goloso di cose buone). Ovviamente, come molti manga interessanti, non è pubblicato in Italia e solo da poco ha cominciato a uscire negli Stati Uniti (per Viz). In Giappone, invece, la sua pubblicazione è cominciata nel 1983 e va avanti ancora oggi: in totale sono, pensate, 103 volumi.
La storia è questa: Yamaoka, lo oishinbo del titolo, è un giornalista e viene incaricato, insieme alla nuova arrivata Kurita, di creare un menu speciale per celebrare i 100 anni del giornale. Yamaoka è un profondo conoscitore della cucina giapponese e non solo, e in ogni capitolo/puntata risolve un dubbio, spiega un mistero, insegna qualcosa. Il segreto del suo sapere è che suo padre, con il quale ha rotto i rapporti, che è un famosissimo ceramista ed esperto di arti tradizionali, ha un circolo privato per gourmet di altissimo livello.
L'anime in Giappone è stato trasmesso dal 1988 al 1992.
Per me è davvero interessante perché racconta molto non solo sulla cucina giapponese intesa come preparazione, ma anche sulla storia, sulla nascita dei diversi piatti, sugli utensili, sul sentimento con cui bisogna cucinare e tanto altro ancora.
Le cose stupefacenti di questo anime per me sono due: la prima è che ti fa venire fame nonostante si tratti di un anime (e non è affatto semplice disegnare il cibo). Però vi assicuro che fa venire l'acquolina in bocca. La seconda è che in Giappone esistano molti manga e anime di questo genere, e che li leggano/guardino anche i bambini. Questo è stupefacente anche perché spesso i discorsi sono abbastanza complicati, si parla della quantità di grasso che un pesce deve avere per essere buono (e quindi in una stagione lo si mangia, in un'altra no), di quanto deve essere alto il fuoco perché il riso alla cantonese venga bene, e cose del genere.
Tutto però si ricollega alla vera passione che hanno i giapponesi per il cibo. Chi legge un po' di manga se ne sarà accorto: soprattutto negli shojo manga ci sono sempre tantissimi riferimenti a vari piatti. I giapponesi sono aperti a qualsiasi novità: pochi non mangerebbero qualcosa perché "non so cos'è". Altra cosa che a suo tempo mi stupì molto è che ci sono pochissimi vegetariani (almeno per quanto ne so).
Insomma, amano proprio mangiare, secondo me molto più di noi italiani che nell'immaginario colletivo deteniamo questo primato.

Chi capisce il giapponese faccia un giro su YouTube (il primo episodio è qui), ne vale la pena.

giovedì 12 novembre 2009

Ginnan ☆ 銀杏

In molte città italiane, tra cui Torino, ci sono alberi di ginkgo biloba, ma pochi sanno che in Asia il seme di questo albero è molto usato in cucina.
L'albero è bellissimo, ha foglie a conchiglia molto lisce che d'autunno diventano gialle. Il seme, invece, è ricoperto da una polpa... che puzza di cacca. Davvero.
Provate a passare d'autunno sotto un viale di ginkgo, ad esempio all'ex zoo di Torino. Asfissiante.
Eppure, soprattutto nella cucina cinese, il seme è un ingrediente molto prelibato. Nella cucina giapponese si utilizza ad esempio nel chawanmushi.
Il gusto è molto delicato, qualcuno potrebbe dire che non sa di niente... ma ha una consistenza molto particolare.

giovedì 1 ottobre 2009

vacanza?

No, è un po' che sono tornata dalle vacanze, quasi un mese ormai.
Sono in vacanza da Acqua di limone, insomma.
Mi riprometto sempre di creare qualche post sul Giappone, mettere qualche foto del viaggio, ma non ho mai tempo, oppure quando ce l'ho non ho la lucidità necessaria.
Rimedierò. Sì.

giovedì 2 luglio 2009

ビビンバ ☆ Bibimba


Ma questo non era un blog di cucina giapponese? No, in realtà non lo è. Quindi non c'è nulla di strano se presento, ancora una volta, una ricetta coreana.
Bibimba... Mi è sempre piaciuto non solo il piatto ma anche il nome, che trovo così musicale ed evocativo. Poi chissà come viene pronunciato in coreano. Si tratta di un piatto a base di riso, sul quale vengono disposti vari ingredienti, principalmente verdure e un tipo di carne. Il tutto condito con kochujan, una pasta di peperoncino, salsa di soia, e un uovo crudo. Prima di mangiarlo, deve essere mescolato.
A volte può essere servito in una ciotola di pietra bollente, per tenerlo caldo.

Il mio esperimento, al solito un po' giapponesizzato, è a base di carne di vitello, takenoko e fagiolini.
Ma non finisce qui!! Tenterò altri esperimenti!!

domenica 21 giugno 2009

Takenoko, il germoglio di bambù



Il germoglio di bambù è un ingrediente molto usato sia nella cucina giapponese che in quella cinese. Da crudo, si presenta come nella foto a sinistra, duro, legnoso e ricoperto di uno strato di foglie modello carciofo.
Bisogna farlo bollire. Facile, direte, e invece no. Deve bollire così com'è almeno due ore (benedetta pentola a pressione). Poi si può spelare. A questo punto bisogna immergerlo in acqua fredda per almeno un'ora. E finalmente è pronto (da cucinare, non da mangiare!).

Tipicamente, il takenoko viene cucinato in "nimono", con altre verdure e carne (o anche pesce, perché no?), salsa di soia, brodo di pesce, zucchero e sake. E' una cottura lunga e un piatto tipicamente invernale. Ma visto che è giugno, la ricetta che ho scelto ha una cottura più breve, ed è cinese: mabo takenoko, come mabo nasu, quindi con carne macinata e tobanjan (salsa piccante), con l'aggiunta anche di nira.

Il takenoko, anche una volta cotto (stracotto, direi), mantiene una consistenza croccante!
Buon appetito!

sabato 13 giugno 2009

Immedesimazione

Mi sono immedesimata nell'interprete del discorso del Colonnello Gheddafi, quando ha chiesto che differenza ci fosse, in fondo, tra l'attacco degli americani nel 1986 e le azioni di Bin Laden. Al di là del fatto che uno possa pensare che in effetti non è poi così sbagliato, mi chiedo cosa sia passato per la mente dell'interprete (in simultanea, tra l'altro). Azzardo un'ipotesi: Oddìo, avrò capito bene? Starà davvero dicendo questo? Non starà dicendo che c'è una grande differenza? Posso avere la domanda di riserva? E via dicendo.
In casi come questi mi rendo conto di quanto sia difficile e importante il lavoro dell'interprete, e anche pericoloso. Menomale che io mi limito a festival vari e al massimo qualche convegno... Se mai dovessi tradurre una battuta di Berlusconi a un politico giapponese penso che avrei dei seri problemi, sia traduttori che etici...

giovedì 28 maggio 2009

Donburi alla coreana


Visto che quest'anno tornando in Giappone passeremo due giori a Seul, abbiamo deciso di portarci avanti con il lavoro. No, a parte gli scherzi... Ci è sempre piaciuta la cucina coreana, o per lo meno quel poco che conosciamo, grazie ai numerosi ristoranti coreani che si trovano in Giappone. I piatti più famosi sono due: kimchi e yakiniku (e questo non è né l'uno né l'altro!). Mentre per il primo rimando a un vecchio post, vorrei spendere due parole per il secondo. Intanto, sia chiaro che è una parola giapponese, che significa "carne alla griglia": infatti in inglese viene chiamato "korean barbecue". Si tratta di carne intinta o meno in una salsa particolare che i vari commensali cuociono, insieme a varie verdure, su una griglia posta al centro della tavola. Poi la intingono ulteriormente e la mangiano. E' una vera prelibatezza, non vediamo l'ora di mangiare l'originale a Seul!
Comunque, il piatto che ho preparato riunisce un po' i due: in alto a destra c'è carne macinata cotta con kimchi, in alto a sinistra carne macinata cotta con la salsa yakiniku. In basso, un cetriolo (per sgrassare?).

domenica 3 maggio 2009

Hayashi rice ☆ ハヤシライス


Hayashi rice è un altro di quei piatti giapponesi in stile occidentale che però in occidente non esistono. E' a base di carne di vitello (il nome credo che derivi proprio da "hashed beef", mis-pronunciato alla giapponese), cipolle, eventualmente funghi e/o piselli, il tutto in salsa demi-glace.

Tra le altre cose, questo piatto è "protagonista" di un romanzo di Higashino Keigo (Ryuusei no kizuna), che è stato poi trasposto in telefilm (che abbiamo visto). Lo hayashi rice ha un ruolo fondamentale per la trama, e se ne parla in tutte e puntate: morale della favola, ci è venuta una voglia incredibile di mangiarlo, così abbiamo cercato su internet la "ricetta segreta" dei protagonisti, e questo è il risultato.

Shinji mi ha detto che per questo piatto avrebbe pagato 600 yen. Se ci fossero stati i piselli, anche 630.
Qualche giorno dopo (potenza del ricordo), è salito a 650 yen. Devo pensarci seriamente.

domenica 26 aprile 2009

Il mercatino europeo

Da venerdì a oggi ai Giardini Reali si tiene la terza (quarta?) edizione del Mercato Europeo, con stand dall'Italia e da altri paesi del continente. Noi, vista la vicinanza, ci facciamo un giro tutti gli anni, mangiamo wurstel dalla Germania e beviamo birra austriaca, compriamo qualche biscotto della Bretagna e diamo un'occhiata qua e là.
Ebbene, per una qualche strana combinazione geografica, quest'anno al mercatino europeo ci è finito anche uno stand di cucina tailandese. Ovviamente io e Shinji non potevamo farcelo scappare, e abbiamo colto l'occasione per assaggiare il curry tailandese che propongono.
Era di una bontà inenarrabile. Davvero, non ho parole. La dolcezza del latte di cocco e il piccante del curry si scioglievano uno dentro l'altro senza coprirsi... Insomma, una prelibatezza.
Morale della favola: oggi a pranzo curry tailandese sotto la pioggia.

giovedì 2 aprile 2009

Un'immagine...

...che come tutti sanno vale più di mille parole. Chi è che diceva "dove passo io non cresce più l'erba"? Ecco, una specie...

domenica 29 marzo 2009

Incontri

Lunedì scorso ho incontrato (in banca) la professoressa Gatti, la mia professoressa di inglese al liceo. Curiosamente nonostante Torino sia una piccola città, e nonostante abbia incontrato più volte altri professori, non avevo mai incontrato lei, che in pratica è quella che mi ha fatto amare l'inglese, e di conseguenza tutte le altre lingue.
Di lei ricordo la severità (nei compiti di grammatica fioccavano i 3 e anche i 2), ma soprattutto la passione con la quale ci raccontava la letteratura (ricordo ancora il finale di "Jane Eyre" raccontato tra le lacrime). Percepivo in lei una cultura spaventosa, ma non di quella che ci si fa sui libri, o almeno non solo quella. Ci raccontava aneddoti di storia contemporanea, troppo recenti perché li studiassimo a scuola, troppo vecchi perché ce li ricordassimo, ci parlava della guerra di Spagna e dei vari matrimoni reali (ma solo di quelli d'amore), e di tante altre cose...
Molti non l'amavano, ma io sì. Mi ha fatto vedere l'inglese come una sorta di gioco enigmistico da decifrare, ed è questo ancora oggi lo spirito con cui lavoro tutti i giorni.

venerdì 20 marzo 2009

Coincidenze

Ieri il segnale del televisore era un po' disturbato. Mentre guardavo il TG3, è capitato più volte che saltasse, il che faceva sì che una parola venisse ripetuta (non so se mi sono spiegata). Ebbene, il caso ha voluto che le parole ripetute fossero, nell'ordine:

morto (morto)
tumulato (tumulato)
ucciso (ucciso)
aggredita (aggredita)
morto (morto)
ferite (ferite)

e tante altre piacevolezze del genere.

Ora io mi chiedo: che il Grande Demone Celeste stia cercando di dirmi qualcosa?

lunedì 9 marzo 2009

Maialino



Quando uno ha una mamma stupidina e con molto tempo libero (prima del parto eh?), finisce che gli tocca mettere cappelli con le orecchie da maiale...

venerdì 6 marzo 2009

Pesci, pesci e ancora pesci!



Per il mio compleanno Fusako mi ha regalato una lezione di cucina nella scuola dove insegna cucina giapponese!
L'argomento era il pesce, e in particolare come sfilettarlo. Devo dire che il pesce l'ho sempre cucinato, ma allo stesso tempo ho sempre voluto saperne di più, e soprattutto saperlo pulire bene, per non dover rinunciare a comprare un pesce solo perché non so da che parte si infila il coltello.
Ieri sera abbiamo pulito le acciughe (che credevo di saper pulire bene e invece no), il pagello (difficilissimo, stasera ci riprovo) e il salmone (no comment). Poi ovviamente abbiamo mangiato il tutto, sia in carpaccio che in vari piatti.

Il gran maestro della serata è stato Beppe della pescheria Gallina di Porta Palazzo, con l'aiutante Silverstro, e devo dire che mi è sembrato di entrare in un mondo tutto nuovo e sconosciuto. Insomma, ho imparato un sacco di cose.

Quindi grazie Fusako!!

domenica 22 febbraio 2009

100 panorami del Giappone

Il quotidiano Yomiuri sta facendo una classifica dei 100 panorami del Giappone che meglio interpretano la nostra nuova era. Votate, votate!

Qui.

venerdì 20 febbraio 2009

Ika meshi ☆ イカ飯


Come chiunque può facilmente immaginare, negli ultimi mesi non ho avuto molto tempo per dedicarmi alla cucina, tra Yui che mi assorbe piacevolmente tutta la giornata, il lavoro che lo fa un po' meno piacevolmente, le varie faccende e il resto. Cionondimeno, cucino tutti i giorni pranzo e cena, solo che non sperimento molto, o per lo meno non cose degne di finire sul blog.
Invece ieri ho fatto ika meshi, ovvero i calamari ripieni di riso. Si tratta di un piatto tipico dello Hokkaido, l'isola maggiore più a nord del Giappone (io e Shinji ci siamo anche stati ma non l'abbiamo mangiato, purtroppo. In compenso ci siamo rimpinzati di altre cose sopraffine). Dentro il calamaro si mette del riso con varie cose a piacere (tipo takikomi gohan, in teoria, ma io non avevo voglia e ho messo solo carote e costine), poi si chiude con uno stuzzicadenti e si fa cuocere con i soliti brodo di pesce, salsa di soia e sake. Deve cuocere un bel po', perché come ormai tutti sanno i calamari e i loro parenti o cuociono pochissimo oppure tantissimo, tutte le cotture intermedie li fanno diventare duri.
E come al solito, buon appetito!!

PS: mi accorgo solo ora di non aver mai parlato del takikomi gohan, urge ampia spiegazione!

domenica 8 febbraio 2009

Non posso fare a meno

In questi giorni non posso fare a meno di pensare a tutto quello che sta succedendo a Eluana e alla sua famiglia. Sembra di stare ai confini della realtà. Il mio pensiero va a suo papà, gli auguro davvero che la sua battaglia possa finalmente finire.

domenica 1 febbraio 2009

Oyakodon ☆ 親子丼


Mi sono accorta di non aver mai raccontato qui su Acqua di limone dell'oyakon, che è uno dei primi piatti che imparai a cucinare della cucina giapponese, anche se ora uso una ricetta nuova e migliorata.
Si chiama "oya (genitore) - ko (figlio)" perché è a base di pollo e uova. Io questa cosa l'ho sempre trovata un po' triste, ma tant'è...
E' un piatto semplicissimo: si fa stufare della coscia di pollo a tocchetti con un brodo a base dei soliti noti (salsa di soia, sake e zucchero), poi si aggiunge anche una cipolla tagliata a strisce per il lungo. Quando è cotto, si aggiunge dell'uovo sbattuto e si copre la pentola. Un attimo ed è pronto. Bisogna però fare attenzione a non far cuocere troppo l'uovo, altrimenti diventerà una frittata: deve rimanere mezzo crudo.
Infine, essendo un donburi, si adagia il tutto su una ciotola di riso, senza dimenticare la salsina rimasta, e buon appetito!

martedì 27 gennaio 2009

Born in 2008

sabato 24 gennaio 2009

三色そぼろ丼 ☆ Sanshoku Soborodon


Questa è la cenetta di ieri. Era tanto tempo che non cucinavo un po' di cose diverse, e così ieri pomeriggio a una certa ora ho deciso che non avevo più voglia di lavorare e mi sono messa ai fornelli.
Il piatto principale è quello al centro, ovviamente, e si chiama appunto sanshoku soborodon, traducibile più o meno come tris di macinati. Infatti c'è il pollo macinato con salsa di soia, mirin e zucchero, l'uovo strapazzato anche lui aromatizzato variamente, e le costine a pezzetti. Il tutto ovviamente sul riso.
Però una cena giapponese che si rispetti ha almeno uno (possibilmente due) piatti ulteriori (kobachi), e io ovviamente non ho mai voglia di cucinare altro, ma ieri mi sono esibita in quello che vedete, e cioè: namuru di costine (facile, avevo i gambi delle costine usate nel soborodon!) e insalata shabu shabu.
Il namuru (in alto a sinistra) è un condimento coreano (credo) a base di olio di sesamo. Si può fare con tutte le verdure, ma quello più diffuso è di germogli di soia.
Invece l'insalata shabu shabu (in alto a destra) è un piatto freddo a base di carne di maiale tagliata molto sottile da cruda e appena appena sbollentata, in modo che rimanga molto morbida. Poi si aggiungono anche porri e cetrioli, e si condisce con una sorta di vinaigrette. Il vero shabu shabu è un piatto caldo, categoria nabe, in cui a varie verdure (cavoli cinesi, porri, funghi ecc) e tofu, si accosta appunto la carne di maiale che deve essere cotta pochissimo (il tempo di dire "shabu shabu"), e poi intinta in una salsa vagamente asprigna (ponzu).
Che dire d'altro? Buon appetito!!

martedì 13 gennaio 2009

Efelanti e noddole

Qual è l'efelante e qual è la noddola?

PS: scusate la citazione dotta, ma quando uno è dotto c'è poco da fare...

lunedì 5 gennaio 2009

Mi piacciono le parole vecchie

Mi piacciono le parole vecchie, quelle che non si sentono più tanto. Sessappiglio, nozze (meglio ancora sposalizio), i funerali (e non il funerale: quanti gliene vogliamo fare?!), uccel di bosco, marachella, e chi più ne ha più ne metta.
Mi piace anche quando in una frase italiana fa capolino una parola, una sola, in dialetto. Tipo dal macellaio, una signora compra un cotechino: per cuocerlo, vaire?
Mi piacciono i signori anziani che si mettono la cravatta anche solo per andare a comprare il giornale, mi danno l'idea di avere un rispetto per il mondo che non vedo più.

giovedì 1 gennaio 2009

Capodanno e toshikoshi soba

E un altro anno è andato. Devo dire che per me il 2008 è stato un anno sensazionale, per ragioni che chiunque può immaginare.
Da che io ricordi, ogni anno, il 31 dicembre, a pensare che un anno sta per finire e non tornerà mai più, mi prende una strana nostalgia. Ricordo in particolare il 31 dicembre 1987, a Sauze, davanti al discorso di Cossiga. Lì per la prima volta mi dispiacque sinceramente l'idea che il 1987 se ne andasse per sempre. Chissà cosa mi era successo di tanto bello... Questo non lo ricordo.

Comunque, è tradizione giapponese mangiare intorno alla mezzanotte una ciotola di toshikoshi soba, ovvero la soba del passaggio dell'anno. Ormai è qualche anno che la mangiamo anche noi. Come ho già avuto occasione di dire, la soba è una pasta, simile agli spaghetti, di grano saraceno, che di solito si mangia in un brodo a base di salsa di soia e mirin (sake dolce), e viene poi condita con gli ingredienti che si preferiscono. In questo caso ho usato carne di vitello, funghi shiitake e cipollotti a crudo. E' un po' come la nostra tradizione di mangiare le lenticchie, infatti pare che se si mangia prima dell'arrivo del nuovo anno, questo ci porterà soldi e fortuna. Noi ovviamente l'abbiamo mangiata a mezzanotte e cinque. Maledizione.