Cara mosca,
comincio col dirti che voi mosche non mi avete mai dato particolarmente fastidio (se non penso al fatto che, soprattutto in campagna, abitate nella cacca delle mucche). Però porca miseria, va bene che sei un insetto, ma come fai a essere così stupida, o moschina che da tre ore giri per la stanza senza imbroccare la finestra spalancata?
E ancora: com'è che quando la finestra è spalancata entrate a fiotti e non riuscite a uscire e vi arrabbiate e ronzate inviperite, ma appena chiudo le persiane e viene un po' buio, beccate subito la fessura tra una listarella e l'altra delle persiane e ve la date subito a gambe? Vi fa così paura il buio?
Vi sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne contempli la tua filosofia. Dicevano.
E io in questo caso sarei Orazio.
Beh, sempre meglio che Amleto. Oddio, non che mi ricordi che fine faccia Orazio...
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4 commenti:
caro piccolo insetto
che chiamavano mosca non so perché
stasera quasi al buio
mentre leggevo il deuteroisaia
sei ricomparsa accanto a me
ma non avevi occhiali
non potevi vedermi
né potevo io senza quel luccichio
riconoscere te nella foschia.
Eugenio Montale
Grazie Leti per questa bellissima poesia. Ricordo che al liceo mi ero commossa tantissimo quando avevo saputo che Montale soprannominava sua moglie "mosca" perché non ci vedeva bene, e adesso a leggere questa poesia mi ricommuovo impunemente.
Orazio è morto dopo 72 anni di vita felice e contento a casa sua. Mi sembra abbastanza carino così.
Bom, deciso, allora vada per Orazio.
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