giovedì 10 luglio 2008

La fine dell'agonia?

Credo che tutti ormai sappiano che la Corte d'appello civile di Milano ha dato il permesso che siano staccate le macchine che alimentano e idratano artificialmente Eluana Englaro, in coma ormai da sedici anni (sedici anni!) in seguito a un grave incidente stradale. Stamane, l'articolo di Adriano Sofri su Repubblica.it ci ricorda che l'agonia non è stata solo quella, inutilmente e ingiustamente prolungata, di Eluana, che speriamo non si renda conto di nulla, ma anche quella dei suoi genitori. Il padre poi, si è battuto con una forza e una tenacia ammirevoli, lontano dai riflettori e dalle luci della ribalta che spesso tentano anche i più disperati. Speriamo che ora anche loro possano trovare un po' di pace, certo senza più una figlia, ma almeno liberi da un peso e da una responsabilità che non si augura certo a nessuno.
Ovviamente il Vaticano e molti esponenti della destra parlano di "scelta grave", "eutanasia di fatto". La Binetti (ci mancava!) addolcisce con un sorprendente "dal mio punto di vista". Ora vorrei dire una cosa ovvia. Come tutti sanno non mi intendo di religione, Chiesa, e tantomeno di Dio, ma a me sembra che il concetto sia che Dio dà la vita, e Dio ugualmente la toglie. Non mi sembra che sia contemplato che Dio alimenti artificialmente una persona in coma. La povera Eluana, fosse stato per Dio, sarebbe già morta da tanti anni, o mi sbaglio?
E speriamo che questa sia la volta buona, per Eluana, per i suoi genitori, e per noi tutti che abbiamo condiviso con pena questa vicenda, sperando che possa servire per darci una legislazione univoca e poco aperta alle interpretazioni in casi del genere. Perché qui Dio non c'entra niente.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

D'accordissimo, ma purtroppo c'è chi queste cose così semplici e ovvie non vuole vederle per motivi politici, pratici o comunque personali. Cose che con la libertà di ogni persona non dovrebbero entrarci.

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
letizia ha detto...

piango!

alice ha detto...

mattia: i motivi personali sono validissimi, ma sono appunto personali, quindi non collettivi.

leti: ah, gli ormoni!